Il 20 febbraio del 1987 arrivava nelle sale giochi giapponesi un importante tassello del DNA della stimata (e tutto sommato compianta) Konami, ovvero il dinamico Contra, un capostipite nel variegato genere dei cosiddetti run & gun. In Contra uno o due giocatori nei panni di altrettanti marine - ovvero Bill e Lance - si impegnano per distruggere le forze armate di una razza di ostili alieni che hanno costruito avamposti sul pianeta Terra.
Non propriamente una novità in termini di trama, tuttavia questo videogame a firma di Koji Hiroshita riesce a proporre importanti novità sul classico tema del personaggio che spara a tutto e a tutti. Per prima cosa, i protagonisti possono fare fuoco in otto diverse direzioni mentre saltellano qui e lì per i livelli, un’opzione certamente non scontata in quegli anni. Non solo: il sistema di controllo include finezze come la possibilità di sdraiarsi per evitare i colpi dei nemici e di controllare i salti tramite agili capriole dei protagonisti.
Di fatto sembra proprio che Hiroshita abbia apprezzato alcuni aspetti visti nel bel Metroid di Nintendo (che, ad esempio, propone un sistema di salto praticamente identico, animazioni incluse) e abbia voluto applicarle a un gioco di stampo maggiormente arcade, dando vita a un importante bestseller per Konami.
Un’altra importante particolarità di Contra è il suo vizio di alternare fasi “run & gun” in cui si procede generalmente da sinistra verso destra con sezioni di gioco in prospettiva in cui si “esplorano” le strutture aliene distruggendo nemici e sistemi di sicurezza, addentrandoci in misteriosi corridoi metallici (in modo analogo a quanto fatto sempre nel 1987 dall’interessante Xybots di Atari).
Nel proporre la sua invasione aliena, Konami mischia un po’ di tutto quello che era particolarmente di successo in quegli anni, piazzando citazioni da Alien (basta guardare l’alieno in copertina), Predator (il soldato sulla copertina è chiaramente ispirato ad Arnold Schwarzenegger) e Rambo (visto l’altro soldato, sempre di suddetta cover?), creando così un gioco un po’ goffo e spudorato ma dotato di un fascino ingenuo tutto suo.
Quello che però colpisce di più di Contra è la giocabilità immediata: si corre, salta e spara agevolmente tramite il buon sistema di controllo e si resta sempre sulle spine a causa del gameplay frenetico e del livello di difficoltà un paio di gradini più in alto della media dell’epoca. Tutti aspetti che decretano il successo di Contra e spingono il gioco su numerose piattaforme casalinghe, dove arriva anche coi titoli Gryzor e Probotector. Notevole ad esempio la rielaboratissima versione per Nintendo NES mentre si fa notare la valida conversione per Commodore 64.
Non solo: Contra dà il via a una lunga serie composta da numerosi episodi, fra i quali spiccano sicuramente Super Probotector per Super Nintendo, l’ottimo Contra Hard Corps per Mega Drive e Hard Corps: Uprising, bellissimo capitolo uscito per PS3 e Xbox 360, decisamente l’ultimo titolo della serie meritevole di menzione. Completamente da dimenticare invece il recente Contra: Rogue Corps, esempio di come la Konami attuale non riesca più da tempo a valorizzare a dovere le proprie preziosissime proprietà intellettuali.
Contra ha inoltre spianato la strada per un vero e proprio genere: sulla sua falsariga infatti altre software house hanno pubblicato bei videogame come ad esempio il dinamico Midnight Resistance di Data East e la bellissima serie di Metal Slug targata SNK.