Dall'obbligo di utilizzare mascherine Ffp2 nelle zone arancioni a un tetto massimo di skipass giornalieri: entro venerdì il Comitato tecnico scientifico si riunirà per esaminare il protocollo messo a punto dalle Regioni per la ripartenza dello sci. Gli impianti dovrebbero essere riavviati il 15 febbraio, data in cui scadrà il divieto di spostamento tra le Regioni, ma una decisione in merito verrà presa solo a ridosso della scadenza.
Mancano ancora due settimane e dunque bisognerà vedere se i dati epidemiologici, ad oggi in miglioramento, consentiranno un allentamento delle misure o saà necessaria un'eventuale proroga.
Il protocollo delle Regioni Fermo restando lo stop agli impianti in zona rossa, le linee guida messe a punto dalle Regioni e sottoposte al Cts parlano di una riapertura "contingentata al 50%" per gli sciatori amatoriali in tutte le tipologie di impianto delle Regioni in zona arancione e e con l'utilizzo obbligatorio delle mascherine Ffp2 o superiori.
Le disposizioni per le Regioni gialle Seggiovie fino al 100% di portata in zona gialla, con mascherina chirurgica obbligatoria (anche inserita nella fascia scalda collo). Si scende al 50% di capacità nelle seggiovie con cupole paravento. Cabinovie e funivie aperte al 50%, sempre con chirurgica.
Skipass contingentati e gestione dei flussi Nell'ultima versione delle linee guida è stato inserito un tetto massimo di skipass giornalieri vendibili, compresi abbonamenti settimanali e stagionali. In ogni caso dovrà essere assicurato il distanziamento di un metro, esteso anche a nuclei familiari, conviventi e congiunti. Unica eccezione al distanziamento i bambini sotto 1,25 metri di altezza e i singoli casi di necessità. Ai gestori degli impianti viene affidato il controllo e la gestione dei flussi, mentre la tutela dell'ordine pubblico e la vigilanza sul rispetto delle misure sarà garantita dalle autorità di Pubblica Sicurezza in raccordo con gli enti locali.
I dubbi del Cts e le preoccupazioni degli operatori Gli esperti del Cts dovranno per prima cosa valutare se permettere l'apertura degli impianti nelle zone arancioni e rosse. Inoltre, il prosieguo dello stop agli spostamenti tra Regioni limiterà gli appassionati al "turismo invernale di prossimità. Così sarebbe inutile riaprire", commentano gli operatori, tra cui l'Associazione Nazionale Esercenti Funiviari, che annuncia assieme ad altri lavoratori dell'indotto un insolito flash mob: i sindaci delle località sciistiche d'Italia e vari esponenti locali del settore si riuniranno venerdì davanti alle chiese nei rispettivi Comuni alle 10 del mattino, aspettando un simbolico rintocco della campana per ricordare "il dramma non solo economico che attanaglia la montagna".