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Mattarella dà l'incarico a Mario Draghi, l'uomo che salvò l'Europa

Dalla Banca d'Italia alla Bce che lo ha consacrato. Il suo "Whatever it takes" è nei libri di Storia

Nei giorni frenetici della crisi del governo Conte bis, il suo nome è diventato quasi un'invocazione. Ora Mario Draghi, l'ex illustre e venerato capo italiano alla Bce, da figura quasi mitologica, è pronto a materializzarsi al Quirinale per un incontro con il presidente Mattarella che gli conferirà il delicatissimo compito di formare un nuovo esecutivo. Quasi una missione. Per molti, la scelta di un nome così prestigioso cade nel momento storico meno propizio per l'Italia. 

"Whatever it takes" - Era il 26 luglio del 2012 quando, alla guida della Bce da un anno, pronunciò, con la religiosità di un mantra, questa frase che gli valse un capitolo nei libri di Storia. "Qualsiasi sacrificio, qualunque cosa serva" per fermare i mercati e fare da scudo a Paesi in tensione per l'andamento dei tassi sui titoli di Stato. Chissà se oggi quello spirito pugnace lo guiderà "costi quel costi" alla formazione di un governo istituzionale. 

La storia di Mario Draghi e il suo successo più grande: il QE alla Bce

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Classe 1947, laurea alla Sapienza e master al Mit di Boston, Draghi è stato direttore generale del Tesoro - con il ministro Carlo Azeglio Ciampi, il primo tra i Ciampi boys - dove ha gestito la stagione delle privatizzazioni. Una breve parentesi a Goldman Sachs e poi ha ricoperto il ruolo di governatore della Banca d'Italia, una carica che lo ha catapultato negli snodi internazionali del Financial Stability Board e nella Bce come membro del consiglio.

Coronavirus, Draghi: "Bene i sussidi ma per i giovani occorrono investimenti" 

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Ma per tutti Mario Draghi è l'uomo che ha salvato l'Europa, quando nel 2011 ha visto coagularsi sulla sua candidatura anche il consenso dei Paesi più attenti ai conti pubblici, Germania compresa.

Fiducia ripagata poi con i fatti: il quantitative easing. l'impegno della Bce - e delle banche centrali dei diversi Paesi europei - a sostenere i loro titoli sul mercato. Di fatto ha cambiato la "cassetta degli attrezzi'"della Bce senza snaturarne il ruolo.

"Il futuro? Chiedete a mia moglie", ha detto lasciando la Bce alla guida di Christine Lagarde. Ma già da prima la politica lo candidava nei ruoli più importanti. Impossibile negare che, anche prima dell'attuale crisi politica, in molti abbiano pensato a lui come il possibile successore di Mattarella alla Presidenza della Repubblica. Defilatissimo rispetto alla politica, Supermario ha la capacità di mantenere grande equilibrio, senza nascondere la sua opinione. "Ci troviamo di fronte a una guerra contro il coronavirus e dobbiamo muoverci di conseguenza", ha detto rompendo il silenzio dopo l'uscita dalla Bce con un intervento pubblicato lo scorso marzo sul Financial Times. "Il costo dell'esitazione potrebbe essere irreversibile", ha quindi aggiunto, con un monito che appare in piena sintonia con l'urgenza e i timori espressi in serata da Mattarella.

La scorsa estate è stato di nuovo accolto con entusiasmo il suo intervento per i giovani, nel quale chiedeva ai Paesi di intervenire per garantire liquidità alle imprese e sostenere i redditi, anche a discapito dell'aumento del debito. L'ultimo messaggio, a dicembre, sulla sfida che l'Italia deve ora affrontare, quella del Recovery Fund. "La sostenibilità del debito pubblico in un certo Paese sarà giudicata sulla base della crescita e quindi anche di come verranno spese le risorse di Next Generation Eu", una frase accompagnata da un monito ai Paesi sull'utilizzo delle risorse: "Se saranno sprecate il debito alla fine diventerà insostenibile perché i progetti finanziati non produrranno crescita".

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