FOTO24 VIDEO24 2

Chiese dell’Emilia Romagna: a quattro passi dal Cielo

Correggio, Parmigianino, Bernabei: un fiorire di grandi artisti da ammirare a Parma, Piacenza e Reggio Emilia

Il fantastico Cielo delle cupole in Emilia Romagna

1 di 6
Parma, Camera di San Paolo
2 di 6
Parma, Duomo di Parma
3 di 6
Cattedrale di Piacenza
4 di 6
Reggio Emilia, Basilica di San Prospero
5 di 6
Reggio Emilia, Tempio della Beata Vergine della Ghiara 
6 di 6
Piacenza, Cattedrale di Piacenza 

Le chiese sono da sempre custodi di eccezionali opere d’arte. E in Emilia Romagna è proprio guardando in alto, nell’immensità delle loro cupole che si svelano capolavori meravigliosi, affreschi realizzati da grandi artisti del passato.

Questo è il periodo ideale per scoprire tali espressioni del genio umano racchiuse nelle più belle chiese di Parma, Piacenza e Reggio Emilia e in particolare all'interno delle loro cupole, avvicinandosi all’anima creativa e spirituale degli artisti che hanno compiuto questi “miracoli” di creatività legata alla fede.

L’arte del Correggio, Parma - Antonio Allegri, detto il Correggio, lavorò a Parma realizzando tre affreschi indiscussi capolavori della storia dell’arte: la Camera di San Paolo (1519), la cupola di San Giovanni Evangelista (1520-1524) e la cupola della Cattedrale (1524-1530) “...la più bella di tutte, che siensi dipinte prima e dopo...” come sottolineava il Mengs nel Settecento. La Camera di San Paolo è parte dell’ appartamento della Badessa Giovanna da Piacenza. Il soffitto, con volta ad ombrello, fu affrescato da Correggio con uno stile nuovissimo e originale che presuppone la conoscenza del lavoro di Mantegna a Mantova.

La basilica e il Duomo - Nella cupola della Basilica di San Giovanni Evangelista di Parma, realizzando un bellissimo affresco che mostra Cristo circondato dagli apostoli. L’anziano Giovanni, protagonista della visione, alla base, è testimonianza dell’abilità dimostrata dal pittore nel gestire le figure in scorcio, qui ben esemplificata nell’architettura di nuvole. Imponente e tra i simboli più significativi della città Capitale Italiana della Cultura 2020 + 2021 è il Duomo di Parma. Al suo interno, il Correggio raffigura, con un linguaggio nuovo per l’epoca, fatto di prospettive e scorci che segnano il transito tra terra e cielo in un vortice popolato di nuvole e luce, l’Assunzione della Vergine in cielo. Composizione e movimento si fondono in un capolavoro di illusionismo visivo. Correggio organizzò lo spazio dipinto intorno ad una spirale di corpi in volo, mai vista prima, che sembra annullare l’architettura per dare risalto ai personaggi, i quali, in equilibrio, si liberano in aria. 

Il Parmigianino - Tre vergini sagge e tre vergini stolte è il grande affresco del Parmigianino, databile al 1531-1539 e conservato nella volta del presbiterio della basilica di Santa Maria della Steccata a Parma. La cupola, luminosa, è stata decorata da Bernardino Gatti, che dipinse l’Assunzione di Maria fra una moltitudine di santi e patriarchi, mentre Cristo scende verso di lei. Risalta alla vista il capolavoro di Parmigianino sul grande arcone sopra l’altare maggiore. Sulla destra ha raffigurato le “Vergini sagge” con la lampada accesa e sulla sinistra le “Vergini stolte” con la lampada spenta. Nel catino dell’abside dietro l’altare maggiore, l’affresco dedicato all’Incoronazione della Vergine venne eseguito tra il 1541 e il 1547 da Michelangelo Anselmi su cartoni di Giulio Romano. 

Parma e il Bernabei - Una grande cupola affrescata da Pier Antonio Bernabei con il fratello Alessandro e Giovanni Maria Conti della Camera tra il 1626 e il 1629 sovrasta la Chiesa di Santa Maria del Quartiere, nel cuore dell’Oltretorrente parmigiano. La chiesa, a pianta esagonale e sorretta da archi e pilastri, fu chiamata così perché costruita nei pressi del quartiere di una guarnigione militare. La splendida cupola è per dimensioni una delle più grandi d'Italia e la sua decorazione, il cui gusto richiama il Correggio per la moltitudine di figure e l'accalcarsi delle pastose nuvole, raffigura il Paradiso con la Trinità, la Madonna, gli apostoli, i profeti e i santi. 

Il Guercino a Piacenza - Lo sguardo resta totalmente affascinato dalla grande cupola ottagonale affrescata dal Guercino (Giovanni Francesco Barbieri, 1591 - 1666) e dal Morazzone (Pier Francesco Mazzucchelli, 1573 - 1626) nella Cattedrale di Piacenza. Qui si delineano le figure dei profeti, sospesi tra le nuvole portando cartigli e con il volto rivolto verso l’alto, verso la divinità. Sono Davide, Isaia, Aggeo, Osea, Zaccaria, Ezechiele, Michea e Geremia, ognuno racchiuso nella propria vela.

Lionello Spada e Reggio Emilia - Tra i più artistici santuari mariani d’Italia, monumento di fede eretto a seguito di un prodigioso miracolo, il Tempio della Beata Vergine della Ghiara di Reggio Emilia vanta una maestosa decorazione figlia del lavoro di una élite di artisti emiliani della prima metà del Seicento. Affrescata nel 1614 da Lionello Spada, allievo del Carracci, che si ispirò alle scritture dell’Antico Testamento ed ebbe modo di mostrare grandi qualità prospettiche, soprattutto nella realizzazione degli angeli.

Il Giudizio Universale di San Prospero - Per ammirare “Il Giudizio Universale” di Camillo Procaccini (1558ca –1629) a Reggio Emilia bisogna varcare la porta della Basilica di San Prospero di Reggio Emilia e rivolgere lo sguardo sul ciclo pittorico del presbiterio e dell’abside. L’artista bolognese raffigura con maestria nella chiesa dedicata al patrono della città (di cui conserva le spoglie) e situata nel cuore del centro storico, il giorno del supremo giudizio di Cristo, collocato nel punto più alto della conca absidale, il quale in modo risoluto, ma carico di umana pietà, invita le anime a salire, circondato da angeli e santi del paradiso.

Per maggiori informazioni: www.visitemilia.com

Espandi