FOTO24 VIDEO24 2

A "Jazz Meeting" Enzo Favata: "Il jazz e la musica ci sono sempre stati e sempre ci saranno"

Il polistrumentista è stato tra i protagonisti dell'"International Jazz Festival" di Lima, in Perù

Ufficio stampa

Il polistrumentista Enzo Favata ed il chitarrista Marcello Peghin, sono stati tra i protagonisti musicali dell' "Internazional Jazz Festival" di Lima in Perù, che quest'anno giunto alla trentesima edizione, si è svolto on-line, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia. L'evento “Secret Window” che ha avuto numerosissimi "contatti", visto il successo, ci ha spinti ad avviare una riflessione sul momento che la musica sta vivendo. È stato un privilegio poter dialogare su questo argomento con Enzo Favata, uno dei musicisti più apprezzati della scena italiana ed internazionale, per la prima volta gradito ospite a "Jazz meeting".

Enzo è anche il direttore artistico di “Musica Sulle Bocche” festival che si svolge ogni anno in Sardegna e che ha raggiunto nel tempo una credibilità andata ben oltre i confini nazionali. "Il jazz e la musica ci sono sempre stati - dice Enzo Favata, riferendosi al successo di questo concerto online -, anche in un periodo come questo, i musicisti hanno comunque lavorato. Proprio la situazione che abbiamo vissuto e che stiamo ancora attraversando, sembra essere stata una "molla" che ha ampliato gli orizzonti. Il periodo, certamente negativo, induce comunque al ragionamento e alla creatività".

Nel tuo percorso musicale proprio quella della creatività è stata la "via maestra"

Sono più di 30 anni che giro il mondo, e devo di che e stata la curiosità che mi ha spinto ad allargare i miei orizzonti, spaziando dal jazz, alla musica etnica ed alla classica. Quando vado in un altro Paese cerco di incontrare e suonare con musicisti del posto, che vanno ad arricchire il mio bagaglio musicale e quindi culturale. La mia musica in realtà è inclusiva e non collocabile in un genere preciso.

Il progetto che hai presentato con Peghin ennesimo "tassello" avvincente del tuo percorso musicale... 

Si, con Peghin lavoro ormai da più di trent'anni in situazioni spesso differenti tra loro. Nel concerto che mi è stato commissionato a Lima, dall'istituto italiano di cultura, un terzo della musica che abbiamo proposto è stata realizzata per l'occasione. Strumenti come la concertina, cioè il bandoneon soprano, il sax soprano o la chitarra, sono secondo me ideali per far parte di un progetto dedicato al Sud America. Faccio in questo continente una tournée all'anno, che per l'emergenza Covid non si è potuta tenere "in presenza". Lo stesso vale per l’Asia o per gli Stati Uniti, dove in luogo del concerto a Los Angeles ho realizzato un suggestivo concerto dalle Grotte di Nettuno ad Alghero città dove io vivo. Un evento per me emozionante, che spero abbia dato sensazioni positive anche al pubblico.

Hai diversi progetti per l'immediato futuro?

Faremo due dischi in duo con Peghin: uno acustico, a un altro elettronico, con lo scopo di dare vita ad un concetto musicale che interessa sia me che Marcello. Due idee che mi auguro possano essere realizzare e pubblicate nel 2021. Di prossima uscita un disco con il mio quartetto "The Crossing".

Espandi