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Deficit da Vitamina D: cinque cose da sapere per riconoscerlo e rimediare prima possibile

La carenza della "Vitamina del sole" è asintomatica e si manifesta soltanto quando il deficit è molto grave

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La carenza di vitamina D, o ipovitaminosi D, si verifica quando il nostro organismo è privo di livelli adeguati e che sono invece fondamentali per la buona salute delle ossa, per la corretta funzionalità cardiovascolare, per ridurre la crescita delle cellule tumorali, per aiutare a controllare le infezioni e ridurre le infiammazioni ed infine per garantire il buon funzionamento della tiroide.

Deficit di Vitamina D, a cosa prestare attenzione: la carenza di vitamina D è asintomatica e si manifesta soltanto quando il deficit è molto grave. I sintomi sono dolore alle ossa e alle articolazioni, dolori e debolezza muscolari, ossa fragili. La carenza può inoltre manifestarsi anche con sintomi neurologici, quali stanchezza ricorrente, contrazioni muscolari involontarie, stato confusionale, difficoltà nel pensare in maniera chiara, ansia e disturbi del sonno.

Deficit di Vitamina D, a cosa è dovuto: quando la vitamina D non è al livello necessario, la causa potrebbe essere ricercata nell’alimentazione, per un insufficiente apporto attraverso i cibi, o ad un aumentato fabbisogno, ad un alterato assorbimento intestinale, ad una insufficiente esposizione al sole e in particolare ai raggi UVB o all’uso eccessivo di creme protettive (una crema solare con protezione 15 blocca circa il 99% della produzione cutanea di vitamina D) ed anche una ridotta attività fisica all'aria aperta. Ma non solo, perché la carenza di vitamina D può dipendere da fattori che impediscono la sua conversione nella forma attiva nell’organismo, come in caso di patologie renali ed epatiche o l’assunzione di farmaci particolari, di antimicotici e di farmaci per l’HIV.

Vitamina D e alimentazione: se il deficit di questa importantissima vitamina è dovuto a un apporto insufficiente attraverso l’alimentazione, puntiamo su alimenti che ne sono ricchi: latte e burro, il tuorlo d’uovo, il pesce e soprattutto il salmone, il pesce spada, le aringhe e lo sgombro ed anche il tonno, funghi porcini e poi l’olio di fegato di merluzzo e gli oli di pesce in generale. In commercio si trovano alimenti arricchiti con vitamina D, come latte e yogurt, margarina, latte di soia, cereali per la prima colazione. Se l’apporto attraverso l’alimentazione non basta è possibile assumere la vitamina D attraverso gli integratori alimentari o i farmaci, sempre seguendo le indicazioni del medico onde evitarne una assunzione eccessiva, che può essere pericolosa ed avere effetti collaterali dannosi soprattutto a carico di reni e cuore.

Deficit di Vitamina D, conseguenze: tra le conseguenze più importanti della carenza di vitamina D vi sono patologie legate al metabolismo osseo, come rachitismo e osteoporosi, ed è un fattore favorente della parodontite, la patologia dentale conosciuta anche come piorrea, che è causata dell’indebolimento delle ossa mascellari. Non solo: il deficit di vitamina D parrebbe connesso anche ad altre patologie, tra cui diabete, ipertensione, cancro, patologie neurologiche (come la sclerosi multipla) e reumatiche (come la fibromialgia). Anche prurito, orticaria e allergie alimentari potrebbero essere indotti dalla carenza di vitamina D, almeno secondo quanto emerso dalle ultime ricerche. Infine, attenzione anche al periodo di gravidanza, perché una carenza di vitamina D durante la gestazione può impattare sulla quantità di vitamina D a disposizione del feto, che a sua volta ne avrà livelli ridotti.


Deficit di Vitamina D, i fattori di rischio: tra i più comuni vi sono l’età avanzata, l’eccessivo sovrappeso, l’abitudine al fumo, il morbo di Crohn e l’intolleranza al glutine, che compromettono il corretto assorbimento della vitamina D a livello intestinale, il bypass gastrico, in quanto riduce l'efficienza di assorbimento della vitamina D lungo le vie dell'apparato digerente, e le insufficienze renali ed epatica. Anche un consumo esagerato di alcolici, come per gli alcolisti, è un fattore favorente perché compromette l'assorbimento intestinale della vitamina D. Tra i soggetti più a rischio di carenza di vitamina D vi sono le persone che soffrono di osteoporosi, iperparatiroidismo (la patologia causata da un eccesso di ormone paratiroideo) e i linfomi, così pure chi è affetto da patologie granulomatose, ad esempio la sarcoidosi (malattia caratterizzata dalla formazione di noduli anomali, detti granulomi, formati da tessuto infiammatorio) e la tubercolosi ed anche chi è affetto da fibrosi cistica.

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