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Vaccini anti-Covid, altro brutto colpo arriva da Moderna | C'è il via libera dell'Ema ad AstraZeneca

Arcuri: "Sarà molto difficile iniziare la campagna di massa". Buone notizie da Novartis, che aiuterà Pfizer a produrre più dosi. Il farmaco di Johnson & Johnson, che è monodose, è risultato efficace al 66%

Dopo Pfizer e AstraZeneca, anche Moderna annuncia un ritardo nella fornitura delle dosi di vaccini anti-Covid. La campagna vaccinale, partita il 27 dicembre, è dunque costretta a rallentare. Già nell'ultima settimana in Italia sono state somministrate quasi soltanto le secondi dosi ed ora, ammette il commissario Arcuri, "sarà molto difficile iniziare una campagna di vaccinazione di massa". Intanto arriva il via libera dell'Ema ad AstraZeneca.

All'Italia mancano 300mila dosi Il commissario Arcuri non nasconde la sua preoccupazione. All'Italia, afferma, "mancano almeno 300mila dosi di vaccino che avremmo dovuto ricevere e non abbiamo ricevuto: pretendiamo che i fornitori rispettino gli impegni sottoscritti, da tutti coloro che non lo stanno facendo e non lo hanno fatto. Il vaccino non è una bibita né una merendina. E' l'unico antidoto per uscire da una notte che dura un anno. Non si può scherzare né voltarsi dall'altra parte quando si tratta della salute delle persone. Non si deve fare propaganda, reclami, annunci e promesse: si devono consegnare i vaccini che i contratti impongono vengano consegnati".

Moderna Una tegola arriva da Moderna, che ha fatto sapere che nella settimana dell'8 febbraio delle 166mila dosi di vaccino destinate all'Italia ne consegnerà il 20% in meno, cioè solo 132mila. "Il nostro stupore, la nostra preoccupazione e il nostro sconforto aumentano, purtroppo ormai quasi ogni giorno le previsioni su andamento e durata della campagna vaccinale subiscono una rettifica". E' il commento del commissario straordinario per l'emergenza coronavirus, Domenico Arcuri.

AstraZeneca L'Agenzia europea del farmaco, intanto, ha dato il via libera al vaccino AstraZeneca. L'Ema lo ha fatto sapere in una nota in cui dichiara di aver "raccomandato di concedere un'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata per il vaccino per le persone a partire dai 18 anni di età". Il vaccino può essere inoltre utilizzato per gli over 55 "anche se non ci sono ancora molti dati, poiché la maggior parte dei partecipanti ai test avevano un'età compresa tra i 18 e i 55 anni".

Il contratto E, dopo lo scontro, la commissione Ue ha pubblicato il contratto con AstraZeneca che, ribadisce la presidente Ursula von der Leyen, "è chiarissimo, ci sono ordini vincolanti". E' vero, però, che la clausola del "massimo sforzo possibile" (a cui si è appellata la casa farmaceutica anglo-svedese per giustificare il ritardo nella consegna delle dosi) è riportata 18 volte nel testo. "AstraZeneca - si legge - farà i suoi migliori e ragionevoli sforzi per produrre il vaccino in siti di produzione situati all'interno dell'Ue e potrà fabbricare il vaccino in strutture extra-Ue" limitatamente "al Regno Unito" al fine di "accelerare la fornitura vaccino in Europa".

Pfizer-BioNTech Mentre si valutano azioni legali per il taglio e il ritardo nella consegna delle dosi, Novartis ha annunciato di aver firmato un accordo iniziale per supportare la produzione del vaccino Pfizer-BioNTech. L'accordo vedrà Novartis utilizzare i suoi impianti di produzione asettica presso la sede di Stein, in Svizzera. L'annuncio di Novartis arriva dopo che la competitor francese Sanofi ha fatto sapere che aiuterà a inserire nelle fiale e confezionare il vaccino BioNTech-Pfizer in uno stabilimento di Francoforte. Buone notizie, dunque, e non sono le uniche.

Johnson & Johnson Speranze arrivano anche da Johnson & Johnson. Il vaccino contro il coronavirus sviluppato da Janssen, casa farmaceutica di proprietà della Johnson & Johnson, che si inietta con una singola dose, ha un'efficacia del 66%. Con le campagne di vaccinazione andate a rilento a livello globale, gli esperti avevano fatto affidamento sul vaccino monodose che si rivela più facile da somministrare e distribuire. Tuttavia, altri vaccini a due dosi hanno mostrato maggiore efficacia. La società ha fatto sapere che entro una settimana presenterà la richiesta per l'uso di emergenza negli Stati Uniti e poi all'estero. Si prevede di fornire 100 milioni di dosi agli Stati Uniti entro giugno e si aspetta di averne alcune pronte per la spedizione non appena le autorità daranno il via libera.

Dentro i laboratori di Reithera: a giugno le prime dosi del vaccino italiano

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Il traguardo è giugno quando finalmente potranno essere utilizzati, dopo tutte le fasi di sperimentazione e di certificazioni, anche le dosi di Reithera, il vaccino italiano contro il Covid-19. Potrebbe essere la soluzione definitiva al virus perché a differenza degli altri vaccini è monodose e può essere conservato in un normale frigo a 4 gradi. A regime la Reithera dice di essere in grado di produrre 100 milioni di dosi l'anno.

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