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Test sui macachi, via libera del Consiglio di Stato a progetto sulla vista

Dopo le sospensioni, riparte la sperimentazione di "Lightup", condotto dall'Università di Torino in collaborazione con quella di Parma

Il Consiglio di Stato ha confermato in via definitiva la validità dell'autorizzazione rilasciata dal ministero della Salute a una fase di sperimentazione su macachi nel progetto sulla vista "Lightup" condotto dall'Università di Torino, in collaborazione con quella di Parma. "Ci auguriamo ora il miglior successo della ricerca a beneficio del progresso delle conoscenze e della salute dei pazienti", commentano i due atenei.

La querelle - Il progetto era stato sospeso una volta dal Consiglio di Stato un anno fa, poi a maggio il Tar aveva respinto i ricorsi degli animalisti dando, appunto, di nuovo via libera alle sperimentazioni, bloccata dai giudici amministrativi che, in udienza collegiale, hanno dato via libera alla sperimentazione.

"La sentenza - dichiara Giuliano Grignaschi, direttore di Research4Life - sancisce definitivamente che tutto è stato fatto nel rispetto delle normative e degli obiettivi di una sperimentazione che è giudicata di grande interesse a livello europeo". Soddisfatti anche i due atenei: la pronuncia - dicono - prova oltre ogni ragionevole dubbio l'inattaccabile solidità e correttezza sul piano etico, tecnico-scientifico e formale non soltanto del progetto ma anche dell'iter autorizzativo svolto dagli organismi competenti, Ministero della Salute in primis.

"Restano però preoccupazione e rammarico per "il considerevole ritardo accumulato (ben 20 mesi) nelle attività progettuali, nonché le false accuse rivolte contro dottorandi, ricercatori, personale e istituzioni pubbliche a causa della campagna denigratoria che, per alcuni tratti, ha travalicato i limiti del confronto sereno e del reciproco e doveroso rispetto su questioni tecnicamente complesse e con indubbi, delicati, risvolti etici, sfociando anche in minacce, aggressioni e deturpazioni perpetrate su suolo ed edifici pubblici delle città e degli atenei coinvolti".

La protesta degli animalisti - "Il Consiglio di Stato ha deciso: possono riprendere dopo alcuni mesi gli esperimenti sul cervello dei macachi chiusi nello stabulario dell'Università di Parma. Finite, per loro, le speranze di salvezza", ha commentato la Lav, Lega anti-vivisezione, che aveva ricorso al Consiglio di Stato e che annuncia nuove battaglie.

"Abbiamo combattuto una battaglia per oltre due anni, contro i giganti favorevoli alla sperimentazione animale. Una lotta con cui abbiamo svelato ciò che accadeva in quei laboratori, per questo studio autorizzato all'Università di Torino, finanziato con fondi europei", ha aggiunto l'associazione.

"Ci sono voluti mesi solo per ottenere la descrizione del progetto e all'inizio ci avevano risposto che nemmeno esisteva. - ha sottolineato la biologa Michela Kuan, responsabile Lav Ricerca senza animali. - Leggendo il protocollo ci siamo subito accorti delle forti contraddizioni con quanto previsto dalla normativa, fatto che continuiamo a ribadire, tanto più con l'accoglimento da parte del Consiglio di Stato dei nostri rilievi sui report sulla sofferenza degli animali e, che ora, potremo rendere pubblico nei particolari".

Asia, le crudeli immagini dei macachi sfruttati e maltrattati per la raccolta delle noci di cocco

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Stanno facendo il giro del mondo le crudeli immagini dei macachi ridotti in schiavitù per la raccolta delle noci di cocco che finiscono all'Industria per un giro d'affari che frutta quasi due miliardi di euro annui. Un volume di denaro aumentato dopo lo stop all'olio di palma: molte multinazionali lo hanno sostituito con l'olio di cocco. L'allarme è scattato al livello globale dopo un video lanciato dalla Peta che mostra gli animali, che vivono in cattività (sono strappati alle loro madri da piccoli), sfruttati e maltrattati dai produttori del Sud-Est asiatico che rivendono le noci alle grandi compagnie. I macachi, che sono scimmie molto intelligenti, vivono una vita tra le gabbie e le catene. Per questo l'associazione animalista chiede di evitare di partecipare indirettamente allo sfruttamento dei macachi, evitando i prodotti contenenti noce di cocco. Su change.org è scattata anche la petizione.

"Oggi non ha perso solo la Lav, e gli oltre 440.000 cittadini che hanno aderito alle nostre richieste, - conclude Michela Kuan, - ha perso tutta la ricerca, ha perso l'Italia dove si continua a voler difendere una sperimentazione fuorviante, dispendiosa e ancorata al passato, a discapito del diritto e della vita di tutti e dei metodi innovativi di ricerca" .In questa lunga campagna d'informazione e denuncia numerosi esperti scientifici e legali, infatti, hanno sostenuto la richiesta Lav di fermare la sperimentazione e liberare gli animali. Psicologi, medici, veterinari, primatologi, contrari a questo esperimento per ragioni scientifiche, e non ideologiche come continuano a sostenere i fautori della sperimentazione animale.

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