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Lotta al cancro: i videogiochi possono essere un sollievo per i piccoli pazienti oncologici

Il gioco come "antidolorifico" straordinario nell’aiutare i bambini a sopportare gli effetti collaterali della chemioterapia

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Dell’immenso potere benefico dei videogiochi molti sono già convinti da tempo. Specialmente durante questo pesante periodo di pandemia da Covid-19, molti esperti si sono posti a favore dell’effetto terapeutico del gioco nei più giovani. Tali benefici hanno travalicato i confini del lockdown per toccare altri settori in cui tanti giovanissimi soffrono di terribili patologie come il cancro. Una ricerca scientifica condotta dalla Fondazione Juegaterapia presso l'Ospedale La Paz di Madrid ha infatti dimostrato che i pazienti oncologici pediatrici provano meno dolore durante i trattamenti quando giocano ai videogiochi.

Il toccante documentario “When you play chemio flyes by” (Quando giochi, la chemio vola via), basato su uno studio pubblicato sul Journal of Medical Internet Research, dimostra come i piccoli pazienti affetti da mucosite post-chemioterapica, uno degli effetti collaterali più dolorosi di questo trattamento, tollerino meglio le cure mentre sono impegnati con i loro videogames preferiti.

A tal proposito, la Fondazione ha donato numerose console ai reparti oncologici pediatrici di diversi ospedali spagnoli. Il documentario vede inoltre la partecipazione del famoso cantante Alejandro Sanz in veste di narratore e che dimostra come giocare ai videogiochi aiuti a curarsi.

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La ricerca ha mostrato infatti una diminuzione del 20% dell'uso di morfina in questi bambini, nonché un aumento del 14% del tono parasimpatico, responsabile in larga misura del loro recupero fisico e che favorisce una ripresa più rapida.

Tali conclusioni suggeriscono che i videogiochi potrebbero essere offerti come antidolorifici non farmacologici e unirsi ai protocolli di assistenza sanitaria per questi pazienti. Questa è la prima volta che vengono misurati gli effetti positivi dei giochi sulla gestione del dolore acuto, e i cui benefici erano stati già oggetto di precedenti studi.

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Il documentario (già disponibile su Amazon Prime Video e Filmin), mostra tale processo attraverso le testimonianze dei suoi protagonisti, che sono appunto i bambini malati, le loro famiglie e il team medico dell'Ospedale La Paz, guidato dal dottor Francisco Reinoso Barbero, capo dell'Unità di gestione del dolore dell'ospedale pediatrico La Paz, e il dottor Mario Alonso Puig, fiduciario onorifico della Fondazione Juegaterapia. Tutti insieme spiegano come hanno affrontato il cancro e come i videogiochi li abbiano aiutati a combatterlo e superarlo.

Reinoso-Barbero sottolinea che "le implicazioni mediche di queste scoperte sono importanti, perché i videogiochi potrebbero diventare una parte del piano terapeutico farmacologico contro la mucosite tumorale pediatrica”.

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Anche Puig sostiene la tesi del suo collega e afferma infatti che “quando un bambino è assorto in un gioco che ama, l'intero processo di generazione di pensieri disturbanti, dolore e ansia si interrompe", commenta.

"Grazie al fatto di essere completamente coinvolti nel gioco, i bambini attivano il loro sistema parasimpatico. Questa seconda area del sistema nervoso vegetativo ha due funzioni: da un lato favorisce l'interazione sociale; dall'altro aiuta a mantenere l'equilibrio interno dell'organismo, l'omeostasi, che a sua volta riduce l'usura degli altri organi del corpo”, conclude Puig.

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