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Parità di genere, il Parlamento europeo dice no alla violenza contro le donne e chiede di colmare il divario di retribuzione

Il 21 gennaio, il Pe ha adottato una relazione sulla strategia per la parità di genere della Commissione per il periodo 2020-2025

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Non è una partita facile e il risultato non è scontato. Ma combattere contro le violenze e le ineguaglianze che colpiscono le donne fuori e dentro il luogo di lavoro, si può e si deve. Ne è ben consapevole il Parlamento europeo che il 21 gennaio ha adottato una relazione sulla strategia per la parità di genere della Commissione per il periodo 2020-2025.  Il PE accoglie con favore le misure positive incluse nella strategia, ma chiede ulteriori azioni e obiettivi specifici e vincolanti. Vediamo di cosa si tratta. 

Lo scorso marzo la Commissione europea ha presentato la sua strategia per la parità tra uomini e donne in Europa. Tre i temi principali:

Violenza - Dai dati ufficiali risulta che nella Ue il 33% delle donne ha subito violenze fisiche e / o sessuali. L'intenzione della Commissione è quella di estendere la qualifica di reato anche a particolari e specifiche forme di violenza, fra cui molestie sessuali, mutilazioni genitali e violenza online.

Stipendi ingiusti - Le statistiche parlano chiaro: nell'Ue le donne incontrano spesso e volentieri ostacoli all'accesso e alla permanenza nel mondo del lavoro. Senza contare che guadagnano nei media il 16% in meno rispetto agli uomini. Un divario retributivo importante, dunque, risolvibile con l'analisi attenta di tutte le sue cause. Tra queste: la minor partecipazione delle donne al mercato lavorativo, il lavoro invisibile e non retribuito, il maggior ricorso al tempo parziale e alle interruzioni di carriera. Obiettivo della Commissione: misure vincolanti sulla trasparenza retributiva.

Per l'emancipazione della donna - Quest'ultima passa anche attraverso la possibilità di ogni donna di affermarsi come investitrice e imprenditrice. La direzione intrapresa dalla Commissione è quella di adottare misure volte a promuovere la partecipazione delle donne all'innovazione e incentivare le piccole e medie imprese innovative guidate da donne. L'intenzione è infine quella di promuovere la partecipazione delle donne all'attività politica e in particolare alle elezioni del Parlamento europeo del 2024.

Le novità - Giovedì 21 gennaio 2021 il Parlamento ha dunque accolto con favore le misure racchiuse nella strategia Ue relativa alla parità di genere, ma ha al contempo sottolineato alcune lacune che vanno colmate al più presto. La più grave: quella relativa alla mancanza di obiettivi specifici da raggiungere entro cinque anni (2025). In sede parlamentare è stata dunque stigmatizzata una certa vaghezza di fondo e sottolinea la necessità di superarla al più presto all'insegna di azioni precise, mirate e ben focalizzate.

Infine, i deputati hanno rimarcato l'importanza che i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere vengono continuamente monitorati e che sia istituito un sistema di vigilanza che segnali in cui questi diritti vengono negati o messi in pericolo. Vediamo nello specifico alcune misure di cui l'Europarlamento ha specificatamente ribadito l'urgenza:

- Combattere la violenza contro le donne.  Sul fronte violenza e molestie sul luogo di lavoro, il Parlamento chiede misure forti e vincolanti, in grado di fare da deterrente. I deputati chiedono inoltre una direttiva Ue per prevenire e combattere ogni tipo di violenza di genere e, in particolare, mutilazioni genitali femminili, matrimoni forzati, traffico sessuale, incitamento all'odio verso le donne.

- Presentazione di una serie di misure vincolanti in materia di trasparenza salariale affinché le condizioni di lavoro nei settori maggiormente dominati dalle donne possono essere uniformate.

- Richiesta di monitoraggio continuo relativo alla situazione dei diritti delle donne e dell'uguaglianza di genere, comprese le campagne di disinformazione messe eventualmente in atto in tutti i Paesi dell'Unione Europea.

Importanti a tal riguardo le parole di Maria Noichl (europarlamentare, membro del Partito Socialdemocratico Tedesco) : "Oggi il Parlamento europeo rimette all'ordine del giorno l'uguaglianza di genere. Diciamo sì a una società paritaria di genere e no alla violenza contro donne Se non cambia nulla nell'UE, ci vorranno più di 65 anni per raggiungere l'uguaglianza di genere. La strategia per la parità di genere e le azioni proposte rappresentano una via più rapida verso la parità tra uomini Rafforzano inoltre la nostra posizione sulla contrapposizione contro i diritti delle donne che si sta verificando negli Stati membri. Lo Stato di diritto in Europa può esistere solo con la parità di genere. Senza essa, la democrazia è in ritardo ".rappresentano una via più rapida verso la parità tra uomini e donne. Rafforzano inoltre la nostra posizione sulla contrapposizione contro i diritti delle donne che si sta verificando in diversi Stati membri. Lo Stato di diritto in Europa può esistere solo con la parità di genere. Senza di essa, la democrazia è in ritardo ".

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