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Morte di Martina Rossi, Cassazione annulla assoluzioni: nuovo processo per gli imputati

Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi erano stati assolti in appello, mentre in primo grado erano stati condannati a sei anni per tentata violenza sessuale e morte come conseguenza di altro reato

Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i due 28enni aretini tornano sotto processo per la morte di Martina Rossi, la studentessa genovese deceduta cadendo dal balcone di un hotel a Palma di Maiorca il 3 agosto 2011. Lo ha deciso la Cassazione che ha annullato le assoluzioni dei due imputati emesse dalla Corte di Appello di Firenze. In primo grado i due erano stati condannati per tentata violenza sessuale e morte come conseguenza di altro reato.

La condanna in primo grado e l'assoluzione in appello In primo grado, il Tribunale di Arezzo, il 14 dicembre 2018, aveva condannato Albertoni e Vanneschi a sei anni di reclusione ritenendo che Martina fosse precipitata dal balcone della camera dove alloggiavano i due ragazzi per fuggire a un tentativo di stupro. In appello invece, lo scorso 9 giugno, i due erano stati assolti dall'accusa di tentata violenza sessuale con la formula "perché il fatto non sussiste" mentre era stato dichiarato prescritto il capo di imputazione di morte come conseguenza di altro reato. 

La sentenza di proscioglimento della Corte di appello di Firenze è stata impugnata dalla Procura generale di Firenze per "indizi non valutati", "motivazione contraddittoria" e "valutazione frazionata e priva di logica degli indizi". Anche il Pg della Suprema Corte, Domenico Seccia, nella sua requisitoria scritta depositata nei giorni scorsi, aveva chiesto di riesaminare la vicenda e annullare le assoluzioni.

Gli "indizi non valutati" In aula il Pg Seccia ha ribadito la sua richiesta e quella della procura fiorentina di annullare le assoluzioni per riesaminare alcuni elementi trascurati come un video in cui gli imputati, in questura a Genova, sembra manifestino sollievo per il fatto che non fossero stati trovati segni di violenza sul corpo di Martina. Proprio l'intercettazione del colloquio tra i due giovani aretini aveva portato a riaprire il caso della studentessa genovese che studiava architettura a Milano ed era in Spagna per la sua prima vacanza sola con le amiche.

Il padre di Martina: "Ora fare chiarezza" "Ce l'abbiamo fatta. Era indispensabile questo annullamento per fare chiarezza". Così il padre di Martina, Bruno Rossi, ha commentato la sentenza della Cassazione. "Adesso si lavora per avere il minimo di giustizia. Martina non me la ridarà nessuno, ma almeno si saprà cosa è successo quella notte. Ci hanno provato in tutti i modi a distruggere me e mia moglie. A raccontare un'altra storia. Ma io sono più duro di loro e non ho mai ceduto".

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