Mosca non prenderà in considerazione le sollecitazioni giunte da vari Paesi stranieri per il rilascio di Aleksey Navalny dato che si tratta di "un affare interno della Russia". Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, sottolineando di non temere le manifestazioni, caldeggiate dallo stesso attivista per protestare contro l'arresto per 30 giorni, ma di ritenere che gli appelli di Navalny debbano essere analizzati dal punto di vista legale.
"Conosciamo le dichiarazioni, ma non ne terremo conto e non possiamo in questo caso. Si tratta di un cittadino russo che viola le leggi russe. Questo è un affare interno e non consentiremo a nessuno di interferire", ha detto Peskov rispondendo alla richiesta della stampa di un commento sulle dichiarazioni arrivate da più parti del mondo per il rilascio di Navalny.
Il portavoce del Cremlino ha quindi voluto a rimarcare l'interesse di Mosca ad avere buoni rapporti con gli altri Paesi, sottolineando però che tali rapporti non possono in alcun modo essere definiti "da un solo cittadino". Il Cremlino ha detto, infine, di non temere le proteste dei sostenitori di Navalny.
Navalny attacca Putin: "Ecco il suo palazzo segreto" Intanto Navalny ha attaccato frontalmente Vladimir Putin pubblicando, dalla cella, un'indagine esplosiva sul "palazzo segreto" dello zar, una residenza principesca con 7.500 ettari di parco sulle rive del Mar Nero, nei pressi della cittadina di Gelendzhik. "Scoprirete come, in questo momento e negli ultimi 15 anni, si sta dando la più grande tangente della storia e si sta costruendo il palazzo più costoso del mondo", si legge nella presentazione dell'inchiesta, pubblicata con un sito dedicato (www.palace.navalny.com).
Il palazzo sarebbe costato oltre 1,1 miliardi di euro. "E' la struttura più segreta e sorvegliata della Russia, senza esagerare", scrive Navalny. "Questa non è una casa di campagna, non è una dacia, non è una residenza: è un'intera città. O piuttosto un regno. Ha recinzioni inespugnabili, un porto, le proprie guardie, una chiesa, un proprio controllo degli accessi, una no-fly zone e persino un posto di controllo di frontiera. E' direttamente uno Stato separato all'interno della Russia. E in questo Stato c'è un unico e insostituibile re: Putin".
Il portavoce del Cremlino ha smentito sbrigativamente l'inchiesta e l'ha bollata come una vecchia storia.