Migranti, carovana a piedi verso gli Usa: bloccata in Guatemala | Il Messico militarizza la frontiera
Ora sono bloccati da 48 ore in Guatemala, nel dipartimento di Chiquimula: per ora i militari guatemaltechi sono riusciti per ora a fermarli
Una carovana umana è in marcia nel Centro America. Famiglie, bambini, ragazzi. Si tratta di circa 9mila migranti partiti dall'Honduras la settimana scorsa alla volta degli Stati Uniti. Ora sono, però, bloccati da 48 ore in Guatemala nel dipartimento di Chiquimula. Un loro tentativo di superare un folto sbarramento di forze di sicurezza guatemalteche è infatti stato vanificato da queste con l'uso di sfollagente, gas lacrimogeni e granate assordanti, in un incidente che ha causato numerosi feriti. I coordinatori della carovana stanno dunque studiando una nuova strategia per poter superare l'ostacolo e proseguire nell'impresa, mentre il governo del Guatemala cerca con ogni mezzo di scoraggiare i migranti "ad insistere in un progetto destinato quasi certamente al fallimento". Intanto, il governo del Messico ha inviato la Guardia nazionale alla sua frontiera sud, lungo il fiume Suchiate, per impedire l’avanzata dei migranti.
La crisi generata dalla carovana di migranti honduregni attualmente bloccata nel dipartimento di Chiquimula, in Guatemala, "potrà essere risolta solo con il coinvolgimento di tutti i Paesi della regione". Lo ha detto il ministro degli Esteri del Guatemala, Pedro Brolo. "Siamo di fronte ad una crisi di portata regionale, che comporta una situazione umanamente dura”, ha aggiunto. Brolo ha quindi indicato che fino a ieri sera 1.383 cittadini dell'Honduras "sono ritornati volontariamente nel loro Paese", ma che comunque resta il dramma di molte altre migliaia di migranti che permangono in Chiquimula, decisi a continuare il viaggio verso la frontiera con gli Stati Uniti. E' previsto un vertice interministeriale che esaminerà i risvolti della crisi migratoria e che permetterà di "prendere decisioni sulla base di informazioni precise".
Migranti, carovana umana verso gli Usa
"Siamo in contatto, ha proseguito, "con le autorità di Usa e Messico per studiare possibili soluzioni", mentre "deploriamo l'atteggiamento dell'Honduras che ha addirittura facilitato l'ingresso dei migranti nel territorio del Guatemala". Il ministro ha poi sostenuto di aver avvertito "segnali di buona volontà da parte della nuova amministrazione statunitense di Joe Biden, con possibile flessibilizzazione delle più dure misure adottate da Donald Trump". Da parte nostra, ha proseguito, "speriamo che Washington accetti la nostra richiesta di essere inclusi nello 'Stato di protezione integrale' (Tps) riconosciuto a molte Nazioni centroamericane. "Il flusso migratorio - ha concluso - ha radici economiche profonde, e da essa si potrà uscire solo con un piano di sviluppo sostenibile che crei crescita ed occupazione".
La marcia - La marcia ha preso il via venerdì scorso da San Pedro Sula, in Honduras. Inizialmente, i migranti erano circa 3mila. Lungo la strada se ne sono aggiunti altri. L'Istituto guatemalteco della migrazione (Img) ha reso noto che dal 14 gennaio al 17 "909 cittadini honduregni hanno deciso volontariamente di tornare in Patria". Di questi, 815 erano adulti e 94 minori non accompagnati. Inoltre le autorità locali hanno intercettato 474 honduregni che non fanno parte della carovana bloccata a Chiquimula (376 adulti e 98 minori non accompagnati) consegnandoli all'Igm. Infine, il ministero della Salute del Guatemala ha riferito di avere localizzato 21 migranti dell'Honduras positivi al Covid-19, trasferendoli in centri sanitari dove resteranno in quarantena prima di fare ritorno al loro Paese.
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