Russia, giudice dispone 30 giorni di arresto per Navalny | Il dissidente: "Putin teme che la gente scenda in piazza"
L'Onu chiede il rilascio immediato e nell'entourage dell'oppositore dicono: "Nessuno ci ha detto quali siano i motivi del fermo". Un collaboratore: "Mobilitazioni per lui in tutto il Paese il 23 gennaio"
Il giudice del Tribunale del municipio di Khimki ha condannato l'oppositore russo Aleksey Navalny a 30 giorni di arresto. Lo riporta la sua portavoce, Kira Yarmish, su Twitter. La richiesta di condanna è stata avanzata dalla sezione moscovita del Servizio penitenziario federale. Secondo Ivan Zhdanov, direttore della fondazione anti-corruzione di Navalny, "nessuno ha detto esattamente quali siano i motivi legali alla base del fermo".
L'udienza di convalida dell'arresto per il dissidente russo si è tenuta nella stazione di polizia di Khimki, fuori Mosca, dove è stato portato dopo il rientro in patria: in un posto di polizia, dunque, e non in tribunale, perché, è stato detto, Navalny non risultava in regola con i test anti-Covid. I suoi legali hanno ricevuto una lettera sulla convocazione dell'udienza. In realtà però all'avvocato di Navalny Olga Mikhailova non è stato concesso di entrare al dipartimento di polizia di Khimki nonostante lei sia stata fuori dalla stazione per un'ora chiedendo agli agenti di entrare.
E' stata la stessa Yarmish a segnalarlo, precisando che la legale è stata poi ammessa nella struttura ma non ha potuto vedere il suo assistito. Sempre secondo quanto dice la portavoce, Navalny non ha ancora potuto telefonare "e adesso è privato anche del diritto alla difesa".
Video-appello del dissidente: scendete in piazza, Putin ha paura - Dopo l'arresto Navalny ha diffuso un video-appello in cui attacca Vladimir Putin dicendo: "Di che cosa ha più paura quest'orco che sta sul gasdotto (con queste parole il dissidente indica il presidente russo), quei ladri che stanno nel bunker? Che la gente scenda in piazza. Perché è il fattore che non può essere ignorato, è l'essenza della politica. Scendete in piazza: non fatelo per me, fatelo per voi e per il vostro futuro".
Un collaboratore: manifestazioni il 23 gennaio - Leonid Volkov, uno dei più stretti collaboratori del dissidente, ha twittato: "Le sedi di Navalny in tutto il Paese cominciano immediatamente la preparazione di grandi comizi il 23 gennaio senza aspettare un nuovo processo".
L'Onu chiede l'immediato rilascio - Per Navalny l'Alto commissariato Onu per i diritti umani ha chiesto l'immediato rilascio, con un tweet in cui si legge: "Siamo profondamente turbati dall'arresto di Navalny e chiediamo il suo rilascio immediato e il rispetto dei suoi diritti processuali, in linea ocn lo stato di diritto. Ribadiamo la nostra richiesta di un'indagine accurata e imparziale sul suo avvelenamento".
Pena sospesa e condizioni violate - Ufficialmente sembra che l'accusa contro Navalny sia di aver violato, con la sua permanenza all'estero, le condizioni di una pena sospesa del 2014 a suo carico per appropriazione indebita, condanna da lui definita motivata politicamente. Il servizio penitenziario russo ha infatti chiesto alla Corte di convertire la pena sospesa, di tre anni e mezzo di carcere, in una pena detentiva reale. Il 29 gennaio si terrà una nuova udienza per determinare se la pena sospesa debba essere realmente convertita nel carcere.