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Governo, Sandra Lonardo: "Voterò la fiducia a Conte senza nulla in cambio"

Nota della senatrice del Gruppo Misto, moglie di Clemente Mastella: "Non mi asterrò per poi trattare e chiedere, voterò e basta"

Ansa

Alla partita che si giocherà martedì in Senato, dove il premier Giuseppe Conte, sostenuto da M5s, Pd e Leu, cercherà i voti necessari per proseguire la legislatura senza Italia Viva, una maglia da titolare la indosserà Sandra Lonardo. La senatrice del Gruppo Misto, infatti, con una nota ha ufficializzato che voterà la fiducia. "Senza nulla in cambio", ha voluto precisare la moglie del sindaco di Benevento, Clemente Mastella.

"Voglio dire, ancora una volta, rispetto alle malelingue mediatiche, ai bugiardi di mestiere, ai ventriloqui della malafede, che non ho aperto alcuna trattativa per avere qualcosa, nessun Ministero, niente di niente" ha scritto la senatrice del Gruppo Misto, Sandra Lonardo, moglie di Clemente Mastella. "Voterò la fiducia - annuncia - perché ritengo, in coscienza, che l’apertura della crisi sia un atto ingeneroso verso le sofferenze che la nostra gente vive".

Una decisione, quella di votare per Conte, non indolore. "Lo faccio perché è giusto farlo, quasi per istinto, lo faccio, mentre, senza stile ed in modo provocatorio, le sezioni locali del Pd e di Movimento 5 Stelle hanno fatto ieri una intesa per le prossime amministrative contro il Sindaco della città di Benevento - ha voluto precisare -. Sono in tanti, quelli che, in questi anni, hanno voluto, a tutti i costi, creare una caricatura del nostro modo di essere, che, da qualche giorno, continuano, con insistenza e noia, a ritenere che io aspiri a qualcosa o abbia chiesto qualcosa. A loro andrebbe applicata la briglia della comare, quello strano strumento di cui parlava Gramsci, da mettere sulla bocca delle persone 'malevoli' e 'mettimale'".

"Non mi asterrò - ha concluso la senatrice del Misto - per poi trattare e chiedere, voterò e basta. La mia gente desidera così ed io, mai come oggi, me ne sento orgogliosamente interprete. Nella mia famiglia, per senso delle istituzioni, vige il principio della rinuncia e delle dimissioni, anche da Ministro, nessun Ministero della famiglia, sono già Ministro della mia famiglia e ne vado fiera".

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