Rassoul Bissoultanov, il principale imputato dell’omicidio di Niccolò Ciatti, ad agosto potrebbe uscire per scadenza dei termini di carcerazione preventiva. E' lo scenario paventato dal padre del 22enne di Scandicci ucciso in un pestaggio in discoteca a Lloret de Mar nel 2017: "Giustizia non è stata ancora fatta, non è stato deciso il rinvio a giudizio". Il ministro Di Maio afferma però che il processo "è vicino" e dovrebbe cominciare ad aprile.
"Processo ad aprile" - "Ho dato istruzioni alla nostra ambasciata a Madrid affinché intervenga formalmente presso le autorità spagnole sollecitando una rapida conclusione del procedimento penale", ha sottolineato il ministro degli Esteri. "So che il ministro Bonafede, con il quale mi tengo in stretto contatto sulla vicenda, ha indirizzato una lettera con analoga richiesta al suo omologo spagnolo". Quest'ultimo ha assicurato che il procedimento è già incardinato presso il tribunale di Girona e dovrebbe cominciare ad aprile, maggio al massimo.
Le parole di Di Maio sono giunte in risposta all’appello del sindaco di Scandicci, Sandro Fallani, che si era fatto a sua volta portavoce istituzionale dei fondati timori della famiglia Ciatti. "Caro sindaco - ha scritto l'ex vicepremier - desidero assicurarle che l'attenzione della Farnesina rimarrà costante sino a quando verrà fatta piena luce sul delitto e le relative responsabilità. La triste e dolorosa vicenda di Niccolò è oggetto della massima attenzione".
La scadenza dei termini carcerari - La custodia cautelare in Spagna non può protrarsi oltre i quattro anni. In assenza di una condanna o di un rinnovo della misura entro l'estate, potrebbe quindi tornare libero Bissoultanov, figlio di ceceni rifugiati a Strasburgo.
I complici di Bissoultanov - Il rinvio a giudizio non riguarderebbe soltanto Bissoultanov, ma anche uno dei suoi due compari: Movsar Magomadov, anch'egli ceceno e immortalato dalle telecamere con la sua maglietta rossa mentre partecipa al pestaggio. "E’ un passo verso ciò che ci aspettiamo", ha commentato il padre di Niccolò, Luigi. Altri due ceceni, sospettati dell’aggressione, sono in libertà. "Vivono a Strasburgo dove hanno chiesto asilo - ha aggiunto Ciatti - ma noi non sappiamo esattamente dove siano e se si presenteranno al processo".