Si intitola "Nobody Is Listening", nessuno sta ascoltando, il nuovo album di Zayn Malik. Un titolo che pare quasi uno sberleffo considerando il numero di stream e di album venduti dell'ex One Direction, ma che rende bene l'idea di intimità che si sprigiona dalla maggior parte dei brani che compongono questa sua terza prova solista.
Un disco che si apre con "Calamity", un brano parlato recitato da soffici accordi di organo, con un ritornello che irrompe con una voce effettata e sullo sfondo. Un biglietto da visita emblematico per un lavoro che nel suo essere placido non è sempre rassicurante. Sono tanti gli umori che si muovono tra le tracce di "Nobody Is Listening". Con "Better" si vira verso lidi più classicamente r'n'b e solari, con un testo che cerca di infondere vibrazioni positive.
Non mancano certo i momenti più catchy, come "Sweat", con un ritornello evocativo e sonorità vagamente 80's o "Windowsill" con il featuring di Devlin che offre un finale rappato a chiudere la finestra aperta sul mondo dalla canzone. Il finale di "River Road" riprende l'atmosfera minimale dell'inizio, dove questa volta ad accompagnare la voce dolente di Zayn, quasi buckleyana, è solo una chitarra asciutta, quasi a chiudere un cerchio sonoro.
Con “Mind of Mine”, album di debutto, Zayn è diventato il primo artista uomo solista al mondo ad essere allo stesso tempo al numero 1 nelle classifiche degli album sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti nella prima settimana di pubblicazione, mentre il suo secondo album "Icarus Falls", pubblicato nel 2018, ha raccolto oltre 5 miliardi di stream in tutto il mondo in meno di un anno. Insomma, lo status di superstar del pop, al netto del passato con i One Direction, è nei numeri. Quei numeri che gli permettono ora una libertà compositiva che in "Nobody Is Listening" si esprime in maniera prepotente.
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