Per i nuovi ristori

Covid, Cdm: approvato lo scostamento da 32 miliardi, ok proroga cartelle

I fondi serviranno per il nuovo decreto Ristori e per prorogare la casse integrazione. Previsto anche un mini-rinvio delle scadenze esattoriali in attesa di un pacchetto ad hoc

E' stata approvata in Consiglio dei ministri "una nuova richiesta di scostamento di bilancio per 32 miliardi di euro". La decisione è stata comunicata via Twitter dai ministri Federico D'Incà e Nunzia Catalfo. Questi soldi serviranno ai ristori a famiglie, imprese e lavoratori colpiti dalla pandemia. Arriva anche la proroga a fine mese dell'invio delle cartelle esattoriali. 

Ristori, sostegni e proroga della cassa integrazione - "Abbiamo il dovere, ancora una volta - scrive D'Incà -, di dare sostegno immediato alle attività produttive, ai lavoratori, alle famiglie colpite. Sosteniamo l'economia e programmiamo il rilancio". E il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo: "Questi fondi serviranno per finanziare la proroga della cassa integrazione Covid e le altre misure di sostegno a lavoratori e imprese del prossimo decreto Ristori".

Scostamento, il Parlamento vota il 20 gennaio - La crisi politica quindi non ferma i ristori e, nonostante lo scossone dato al governo da Italia viva, si procede con ristori e rinvii di cartelle. La richiesta di scostamento dovrebbe arrivare in Parlamento il 20 gennaio, dopo l'esito dell'informativa del premier Giuseppe Conte, oltre alla mini-proroga, in attesa di un pacchetto di misure che attutisca l'impatto dei 50 milioni di atti sospesi durante la pandemia. 

La via per i nuovi aiuti all'economia, ancora vessata dai danni delle chiusure anti-Covid, rimane quindi legata a doppio filo alle sorti dell'esecutivo, ma il nuovo decreto, assicura il ministro Francesco Boccia, ha "la massima priorità" e la crisi "non ci impedirà di correre per garantire tempi rapidi" ai nuovi aiuti ad hoc per lo sci e agli interventi "cospicui" per bar e ristoranti e su tutte le attività penalizzate dalle chiusure. 

Lo schema prevede infatti un altro Cdm subito dopo il via libera delle Camere al nuovo extradeficit. Si tratterebbe di una richiesta cautelativa, visti i timori di una terza ondata che potrebbe portare con sè la necessità di ulteriori interventi: non tutte le risorse, insomma, sarebbero da utilizzare subito per il decreto Ristori 5, che nessuno ormai chiama più il decreto "finale", e una parte potrebbe essere tenuta come "mini-salvagente" per evitare di dover procedere, magari a stretto giro, con ulteriori richieste di scostamento in un quadro politico così incerto.