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Da pianista jazz a rider per colpa del Covid: Adriano Urso muore di infarto sul lavoro a 40 anni

Tra i più apprezzati interpreti della scena "retrò" romana, con l'azzeramento degli eventi live Urso aveva cercato un altro impiego per mantenersi. E' morto mentre spingeva la sua auto in panne

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Addio ad Adriano Urso, uno dei pianisti jazz più apprezzati della scena romana, conosciuto anche a livello nazionale. Il musicista è morto il 10 gennaio colpito da un infarto mentre stava spingendo la sua auto in panne durante il lavoro. A causa dell'annullamento di tutti gli eventi live musicali a causa del Covid, da qualche tempo si era reinventato come fattorino di cibo a domicilio.

Una tragedia indiretta del Covid, una tragica rappresentazione di quello che la pandemia ha fatto al settore musicale. Non tanto quelle delle star, ma di chi con la musica ha vissuto e portato a casa la pagnotta sera dopo sera, con concerti e spettacoli in piccoli locali. Tutto questo è stato spazzato via dalla pandemia che ha fatto chiudere locali e annullare eventi. E così migliaia di persone, tecnici come artisti, si sono trovati in gravissima difficoltà. Quella su cui da mesi le voci che contano del mondo dello spettacolo provano a richiamare l'attenzione delle istituzioni senza alcun risultato.

Urso, fratello di Emanuele, clarinettista e batterista noto come "The King of Swing", era uno degli esponenti più raffinati della scena musicale "retrò". Gli amici del Cotton Club, locale romano in cui era solito esibirsi, lo ricordano al volante di un'auto d'epoca, vestito elegante, con il suo tabacco da fiuto e la ventiquattrore. E proprio spingendo quell'auto d'epoca, una Fiat 750 Special, ha perso la vita. L'auto a cui era legatissimo e che voleva usare anche per il nuovo lavoro che doveva essere il salvagente per questi tempi difficili in attesa di poter tornare a suonare il suo amato pianoforte di fronte a un pubblico.

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