Dopo i gialli "La provvidenza rossa" e "La confusione morale" ritorna con una nuova indagine l’ingegner Cavenaghi, richiamato in una Milano post-Pci, sconvolta da inchieste giudiziarie, corruzione dilagante e smarrimento ideologico in "Addio Milano bella" (edizioni Guerini e Associati). "La città aveva smarrito molti dei tratti che l’avevano fatta bella, ma avrebbe continuato a trasformarsi e a tornare quella di un tempo, come avveniva da secoli. Però c’era chi non voleva affrontare il travaglio del parto di una nuova fase": nel ritratto di una metropoli in subbuglio, catturata in una fase di trasformazione e crisi identitarie, il nuovo libro di Lodovico Festa, in uscita il 14 gennaio, tra finzione narrativa e accuratezza saggistica, è un racconto capace di parlare anche della Milano di oggi e di quella che sarà domani.
Nei due romanzi gialli, "La provvidenza rossa" e "La confusione morale", il giornalista Lodovico Festa, dirigente del Pci nel Milanese, ha introdotto la figura del presidente dei probiviri-investigatore, ingegner Mario Cavenaghi. Nel primo, ambientato nella Milano fine anni Settanta, Cavenaghi indaga all’interno di un’organizzazione politica ancora solida. Nel secondo, siamo al 1984, il Pci rivela i segni di un declino ormai largamente avviato. In questo terzo romanzo, Addio Milano Bella, il partito, diventato ormai Pds, è in una situazione di sbandamento di cui l’autore, vicino testimone di quei tempi, riproduce la portata.
Nell'ultimo della saga, "Addio Milano bella", appunto, l'ingegner Cavenaghi è catapultato negli Anni Novanta, quando il partito, diventato ormai Pds, è in una situazione di sbandamento di cui l’autore, vicino testimone di quei tempi, riproduce la portata.
Un'anteprima per i lettori di Tgcom24:
Addio Milano Bella
di Lodovico Festa
Ed. Guerini e Associati
288 pagine
18 euro