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Trump bloccato dai social, il "ban" di Twitter preoccupa l'Europa | Il portavoce di Merkel: "Decisione problematica"

Sono diverse le voci istituzionali europee a condannare lo "strapotere" delle piattaforme digitali. Anche la Francia "deplora" l'esclusione del presidente uscente da Twitter

Assalto a Washington, ecco i supporter di Trump: bandiere confederate, copricapi con corna e anche un cappio

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Sono immagini che entrano nella storia quelle degli assalitori del Parlamento Usa. Un gruppo di facinorosi che imbracciando bandiere confederate sono entrati nelle stanze del potere americano. Scalmanati che indossando anche pittoreschi abbigliamenti hanno invaso Capitol Hill. Tra i vari simboli degli Stati del Sud, quelli legati al trumpismo più duro, anche un cappio, di quelli che fanno tornare alla memoria gli anni bui del Klu Klux Klan.   [[ge:kolumbus:tgcom24:27301798]]

"La cancelliera Angela Merkel ritiene problematico che sia stato bloccato in modo completo l'account Twitter di Donald Trump". Lo ha detto il portavoce Steffen Seibert, rispondendo a una domanda specifica sull'argomento. Anche il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, ha preso posizione: "La regolazione dei giganti del web non può essere fatta dall'oligarchia digitale stessa".

Sono diverse le voci istituzionali europee a condannare lo "strapotere" delle piattaforme digitali. Secondo l'esponente del governo francese, la regolamentazione della Rete non spetta dunque ai colossi del web. "Ciò che mi sciocca è che sia Twitter a decidere di chiudere il profilo di Trump", ha dichiarato ancora Le Maire.

Sulla questione si è espresso anche il commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton. “Il fatto che un Ceo possa staccare la spina dell’altoparlante del presidente degli Stati Uniti senza alcun controllo e bilanciamento è sconcertante. Non è solo una conferma del potere di queste piattaforme, ma mostra anche profonde debolezze nel modo in cui la nostra società è organizzata nello spazio digitale”.

Al coro si unisce Manfred Weber, l’europarlamentare tedesco capogruppo del Ppe, secondo cui l’Ue non deve lasciare che Facebook e Twitter decidano "cosa rientri nei limiti dell’accettabile" sulle loro piattaforme. “Non possiamo lasciare che siano le società americane di Big Tech a decidere come discutere e non discutere, cosa si possa e cosa non si possa dire in un discorso democratico. Abbiamo bisogno di un approccio normativo più rigoroso”, dichiara Weber ai microfoni di Politico.

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