Potrebbe essere prolungato il divieto di spostamenti anche tra Regioni "gialle". E' quanto emerge dalla riunione del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione in vista di due nuovi provvedimenti, che saranno probabilmente un Dl e un Dpcm. E' stato confermato il coprifuoco alle 22 e si inizia a inserire la "zona bianca". Un'altra delle ipotesi sarebbe quella di varare una stretta anti-movida, vietando l'asporto dalle 18 esclusivamente per i bar.
Zona bianca con indice Rt a 0,5 La zona bianca, in cui poter riaprire tutto senza limitazioni, dovrebbe scattare per le Regioni che hanno un indice Rt pari o inferiore a 0,5. Per quanto riguarda i bar, dopo le 18 saranno consentite solo le consegne a domicilio. La proposta dovrà comunque essere sottoposta alle Regioni nel vertice di lunedì con il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia.
Tavolo per gli spostamenti tra Regioni Sull'ipotesi spostamenti, viene spiegato, si aprirà un confronto lunedì con le Regioni nell'incontro già programmato. Viene invece smentita una stretta nei weekend che renderebbe tutte le Regioni "arancioni".
Visite private, prorogato il limite di 2 persone Inoltre, si va verso un'estensione a tutto il territorio nazionale, per tutti i giorni della settimana, il limite di visite private per al massimo due persone (esclusi i minori di 14 anni). C'è poi l'ipotesi di prorogare lo stato d'emergenza per il coronavirus fino al 30 aprile.
Le Regioni contro il nuovo parametro per la zona rossa I presidenti di Regione, intanto, hanno già annunciato di volersi opporre a quella sembra molto più di un'ipotesi, e cioè alla possibilità di far scattare automaticamente la zona rossa nel caso si superasse il limite dei 250 contagiati per 100mila abitanti. Una raccomandazione, perorata dagli scienziati, che però potrà vedere la luce solo dopo il passaggio in Parlamento del ministro della Salute, Roberto Speranza, in programma il 13 gennaio.
Veneto e Emilia a rischio limitazioni maggiori Se l'incidenza settimanale dei casi supera i 250 casi ogni centomila abitanti, dunque, la Regione sarebbe automaticamente in zona rossa. Un'ipotesi che, con i dati attuali, metterebbe il Veneto in zona rossa (con i suoi 453,31 casi) e l'Emilia-Romagna di poco fuori (242,44 casi). Dati comunque suscettibili ad altri cambiamenti nel corso dei giorni.
Ancora chiusi palestre, piscine, teatri e cinema Nel provvedimento, oltre alla scuola, entrerà molto probabilmente anche la proroga della chiusura degli impianti da sci, che al momento dovrebbero riaprire il 18 gennaio. Resteranno ancora chiuse palestre e piscine, così come teatri e cinema. I musei potrebbero riaprire, ma soltanto nelle Regioni gialle.
Speranza: "C'è una recrudescenza del virus" "C'è una fase di recrudescenza del virus in tutti i Paesi Ue. Nei giorni precedenti al Natale c'è stata una fase di rilassamento, anche se durante le feste abbiamo assunto misure robuste", ha sottolineato il ministro della Salute, Roberto Speranza, a "Che tempo che fa" parlando dell'andamento ancora alto dei contagi.
"Epidemia in fase espansiva, servono maggiori restrizioni" "L'epidemia - ha aggiunto Speranza - è in una fase espansiva, e la nostra previsione per i prossimi giorni è che cresca ancora. Quindi si andrà verso maggiori restrizioni, non minori. C'è inoltre la variante inglese e quindi mantenere alta l'asticella di attenzione è fondamentale".
"Auspico l'ok dell'Ema al vaccino AstraZeneca per fine gennaio" Sul vaccino, il ministro si è detto convinto che "arriveremo a risultati altissimi senza imporne l'obbligatorietà". Speranza ha quindi auspicato che "l'approvazione di Ema per il farmaco anti-Covid di Oxford/AstraZeneca/Irbm possa arrivare entro la fine di gennaio e gli inizi di febbraio".
Dall'11 gennaio la divisione in fasce Intanto dall'11 gennaio, quando riaprono le scuole superiori in sole tre Regioni (Valle d'Aosta, Toscana e Abruzzo), quasi tutta Italia torna in zona gialla, eccezion fatta per Calabria, Emilia-Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto che resteranno in arancione. Per tutti, però, varrà il divieto di spostamento tra Regioni, salvo che per esigenze lavorative, motivi di salute