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Recovery plan, ancora tensioni nella maggioranza | Decisivo il Consiglio dei ministri di martedì

Lungo vertice dei partiti di governo a Palazzo Chigi. Iv chiede il testo definitivo: "Daremo risposta in 24 ore". Conte: "Ogni partito può apprezzare i passi avanti"

IPA

Il Consiglio dei ministri per l'esame del Piano nazionale di ripresa e resilienza potrebbe tenersi martedì. E' quanto emerso al termine del vertice di maggioranza a Palazzo Chigi. Italia viva chiede al governo di accelerare: "Ora vogliamo il documento finale e su quello diamo valutazione in 24 ore. Non si perda altro tempo". Conte assicura: "Sul Recovery plan ogni partito può apprezzare i passi avanti". Momenti di tensione, ma nessuna rottura.

"Abbiamo chiesto di iniziare a lavorare a luglio e vi siete svegliati a dicembre. E dal 7 dicembre ci avete riconvocato il 22 dicembre", hanno ricordato gli esponenti di Iv.

 Conte: "Ogni partito può apprezzare passi avanti" "Ciascuna forza può riconoscere l'incidenza delle proprie proposte nella nuova bozza e apprezzare i significativi passi avanti", ha ricordato Conte durante il vertice, spiegando che  on si possono accogliere comunque tutte le richieste nella bozza del piano. 

Conte: "Se usiamo tutti prestiti debito insostenibile" "C'è stata una sollecitazione a usare in modo più deciso i prestiti del Recovery fund ma qui entriamo nel campo dei vincoli alla finanza pubblica. Usare tutti i prestiti aumenterebbe il deficit a un punto tale da far crescere in modo insostenibile il debito pubblico. Si perderebbe il confine fra debito buono e debito cattivo, perché il debito sarebbe cosi' imponente da risultare insostenibile. Avremmo il paradosso di un Recovery che non favorisce le nuove generazioni ma affosserebbe come un macigno il loro futuro", ha spiegato il premier.

Tuttavia al termine del vertice, durato tre ore, i diversi partiti hanno poi cercato di smorzare i toni e ridimensionare i momenti di tensione avvenuti durante l'incontro.

Orlando (Pd): "Prossima settimana ok da tutta la maggioranza" "Tutte le forze della maggioranza hanno deciso di approvare la prossima settimana la proposta di Recovery. Credo sia una decisione giusta e responsabile. Evitiamo che le divisioni politiche pesino su questo strumento fondamentale per il futuro del Paese". Lo ha dichiarato via Twitter il vicesegretario del Pd Andrea Orlando, al termine del vertice.

M5s: "Significativi passi in avanti, superbonus esteso a 2023" "Esprimiamo soddisfazione per l'esito del vertice  Palazzo Chigi sul Recovery plan, rispetto al quale abbiamo realizzato significativi passi in avanti. Abbiamo affrontato fra l'altro il tema dell'edilizia scolastica, della digitalizzazione e la necessità per la Pubblica amministrazione di garantire ai cittadini e alle imprese servizi efficienti e di qualità. La decisione di prolungare il superbonus al 110% fino al 2023 rappresenta un intervento di grande importanza. Adesso andiamo al Cdm in modo da  consentire al Parlamento di esaminare il testo". Lo rende noto il Movimento 5 Stelle, composta dal capodelegazione Alfonso Bonafede, dal ministro Stefano Patuanelli, dal viceministro Laura Castelli e dal sottosegretario Laura Agea.

Leu: "Discussione complessa e articolata" "E' stata una discussione complessa e articolata, molto nel merito. Abbiamo ribadito che c'è stato un salto di qualità nel documento, abbiamo sottoposto altre questioni e abbiamo chiesto che, anche con tutte le modifiche, si vada in Cdm il più presto possibile". Lo ha detto Loredana De Petris, capogruppo di Leu al Senato.

"La cosa importante - ha aggiunto - è che si faccia questo passo, un punto di incontro su alcuni argomenti si è trovato, non su questioni come il Mes e il Ponte sullo stretto che non ha nulla a  che fare con il recovery e che non ci piace". "Il tema - ha aggiunto il capogruppo a Montecitorio Federico Fornaro - non è approvare in Cdm un testo finale e definitivo. Il testo verrà dato ai ministri 24 ore prima, è un impegno che è stato assunto. Ma in Cdm andrà una bozza, non un testo definitivo: e' l'inizio di un percorso, poi ci sarà un incontro con le parti sociali, quindi il voto in Parlamento ma anche l'approvazione del Parlamento non è sufficiente perché il testo andrà concordato con l'Ue. Il percorso durerà alcuni mesi".

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