Verso la rottura

Governo, Renzi ancora all'attacco: "Conte sfida Iv e vuole contare i voti responsabili al Senato? E' un suo diritto"

Il leader di Italia Viva continua a pungolare il presidente del Consiglio e sulla delega ai servizi affonda: "E' assurdo che non voglia cederla"

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Continua il duello a distanza tra il premier e il leader di Iv sul terreno del Recovery plan. "Se le nostre idee ti fanno schifo amici come prima. Ora la palla è nel campo di Conte. Lui ha detto 'andremo in Senato e sfideremo Iv'. Bene, noi siamo diversi dagli altri, non ci interessano poltrone e sgabelli", attacca Renzi. "Se, come sembra vuole andare in aula per fare la conta dei responsabili, lo faccia, è suo diritto, forse suo dovere", aggiunge. 

Non ci saranno nuove elezioni Se il premier Giuseppe Conte in Parlamento "non ha i numeri, c'è un altro governo, non ci sono elezioni", poi ribadisce Matteo Renzi . "In Italia Viva - assicura - nessuno è pronto a saltare il fosso. Se Conte ha i numeri in Parlamento vada avanti. Se non sono d'accordo con ciò che proponiamo - aggiunge Renzi - stiamo all'opposizione". 

L'affondo sulla delega ai servizi Il leader di Italia Viva non sembra intenzionato ad abbassare i torni e sulla delega ai servizi affonda: "Assurdo che il presidente del Consiglio non voglia cedere la delega come hanno fatto tutti i suoi predecessori ma per rispetto agli agenti che rischiano la vita ogni giorno e che agiscono sotto copertura o quando c'è da pagare un riscatto o da difendere le istituzioni, non ne parlerò più. Da qualche mese i Servizi sono oggetto di una polemica assurda, sono sconvolto".

Le pressioni sul Mes Renzi sfida il capo del governo da più punti. Uno dei temi più cari all'ex dem è sicuramente il Mes. "Il Recovery plan - afferma - è una finestra che si apre ora e poi si chiude per 30 anni: discutiamo tutti, anche le forze di minoranza, le associazioni, i sindacati, i sindaci. Oggi è arrivato il testo nuovo, dopo che un mese fa avevano tentato di approvarlo di nascosto. Quali sono le nostre richieste? Più soldi per la sanità, questo vuol dire prendere il Mes. Così avremo un vaccino in più, dunque una vita salvata in più. Mettere più soldi sulla cultura, il turismo, i giovani". "Questa non è una discussione da irresponsabili. Siccome non sono particolarmente appassionato ai formalismi delle riunioni, quando ci mandano un testo noi di Iv mettiamo per iscritto le nostre valutazioni: mi spiegate perché non mettiamo 36 miliardi sulla sanità - continua -? Non vogliamo i navigator, i sussidi, l'assistenzialismo ma soldi per i lavoratori. Se i soldi li metti in sussidi, il Recovery plan è un fallimento il cui conto andrà pagato dai nostri figli. Se li metti in investimenti, allora si riparte davvero. Se sblocchiamo le infrastrutture c'è un indotto superiore al reddito di cittadinanza. Non è possibile che ci siano più soldi sul cashback che sulle politiche del lavoro".