La revisione cinematografica dei nostri tempi non risparmia nemmeno "Grease". Il musical con John Travolta e Olivia Newron-John, all'ennesimo passaggio su Bbc1 in Inghilterra, ha suscitato le proteste del pubblico più giovane che evidentemente non aveva mai visto il film e, alla luce di campagne come #metoo e #blacklivesmatter, ne ha criticato aspramente alcune scene. Il film è stato definito "sessista", "misogino", "eccessivamente bianco" e persino condiscendente nei confronti dello stupro.
Il film è stato trasmesso nel giorno di Santo Stefano e subito sono partiti i commenti via social. Nel mirino sono finiti gli atteggiamenti di alcuni personaggi, l'evoluzione che la protagonista Sandy fa trasformandosi da innocente e ingenua studentessa ad aggressiva Pink Lady. E persino i testi di alcune canzoni che sono state cantate da almeno tre generazioni senza troppi pensieri sono finite sulla graticola, con passaggi giudicato come una concessione allo stupro ("e lei ha lottato?" chiedono gli amici a Danny in "Summer Nights").
Qualche utente ha notato che nessun personaggio fosse di colore (cosa per nulla strana dal mondo che la vicenda è ambientata in una scuola americana di fine anni 50). Così come non è strano, per lo stesso motivo, che non ci siano coppie omosessuali. Questione di prospettiva storica e di lettura distorta attraverso categorie che non sono quelle di quando l'opera è stata realizzata e tanto meno del periodo in cui è ambientata. Il risultato è che qualcuno si è spinto a chiedere pubblicamente che il film non venisse mai più trasmesso.
Pochi commenti di pochi utenti ma che il "Daily Mail" ha ripreso con grande evidenza nella sua edizione cartacea, dedicando alla cosa un'intera pagina, per poi rilanciare sui social creando così un effetto valanga sull'onda della polemica. Polemica a cui indirettamente ha dato la miglior risposta la biblioteca del congresso Usa che ha inserito poche settimane fa il film tra quelli che fanno parte del tesoro culturale della nazione.
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