dati allarmanti

Covid, Istat: 84mila morti in più rispetto alla media 2015-2019

La classe degli over 80 risulta quella con la più alta percentuale di decessi per coronavirus (il 60%) nel periodo tra febbraio e novembre 2020

Nel periodo di osservazione dell'epidemia di Covid-19 (febbraio-novembre 2020) si stimano complessivamente circa 84mila morti in più rispetto alla media del 2015-2019. Lo annuncia l'Istat nel Rapporto prodotto con l'Istituto Superiore di Sanità. I decessi di persone positive al Covid-19 registrati dalla Sorveglianza integrata riferiti allo stesso periodo sono 57.647 (il 69% dell'eccesso totale).

"L'eccesso di mortalità, vale a dire il numero di decessi conteggiati in più per tutte le cause rispetto all'epoca pre-Covid, rappresenta un dato di fondamentale importanza per segnalare l'intensità, la tempistica e la localizzazione territoriale degli effetti, diretti e indiretti, prodotti dalla pandemia sul fronte della mortalità nel Paese - spiega il presidente dell'Istat Gian Carlo Blangiardo -. Il report statistico fornisce un contributo originale per una conoscenza oggettiva della realtà che possa indirizzare al meglio gli interventi e i comportamenti".

60% dei decessi sono persone over 80 La classe degli over 80 risulta quella con la più alta percentuale di decessi per Covid-19 (il 60% dei decessi complessivi) nel periodo tra febbraio e novembre 2020. Per quanto riguarda le classi di età, lo scostamento della mortalità dall'andamento precedente al periodo in cui è' iniziata l'emergenza è ben evidente a partire dal mese di marzo per le età superiori ai 49 anni e aumenta al crescere dell'età. L'eccesso di circa 50mila decessi per il complesso delle cause riscontrato a livello nazionale per il periodo marzo-maggio 2020, rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019, è dovuto per il 72% - si legge - all'incremento delle morti della popolazione con 80 anni e più.

La classe d'età 65-79 L'incremento della mortalità nella classe di età 65-79 anni spiega un altro 23% dell'eccesso di decessi in corrispondenza della prima ondata dell'epidemia di Covid-19. In termini assoluti l'incremento rispetto al dato medio 2015-2019 è di 11.700 decessi (che complessivamente in questa classe di età ammontano a poco meno di 53mila). Nei mesi di ottobre e novembre, si osserva un fenomeno analogo, l'incremento complessivo dei decessi supera le 31.700, di cui oltre 23mila decessi in più nella classe di età over 80 (che copre il 74% dell'aumento dei morti totali del bimestre).

Morti per il virus incidono per il 9,5%  Da fine febbraio a novembre i decessi Covid-19 rappresentano il 9,5% del totale dei decessi del periodo. Durante la prima ondata epidemica (febbraio-maggio) questa quota è stata del 13% - si legge ancora nel rapporto -, mentre nella seconda ondata il contributo complessivo dei decessi Covid-19 è passato al 16% a livello nazionale. Se si considerano i contributi per fasce di età la mortalità per Covid-19 ha contribuito al 4% della mortalità generale nella classe 0-49 anni, all'8% nella classe 50-64 anni, all'11% nella classe 65-79 anni e all'8% negli over 80.

Al Nord più morti a novembre del picco marzo-aprile In molte regioni del Nord l'eccesso di mortalità totale del mese di novembre supera quello del picco di marzo-aprile: in Valle d'Aosta (+139,0% rispetto al +71,0% di aprile), in Piemonte (+98,0% a novembre rispetto al +77,0% di aprile), Veneto (+42,8% rispetto al +30,8% di aprile), e Friuli-Venezia Giulia (+46,9% vs +21,1%). L'incremento dei decessi registrato a novembre - aggiunge il rapporto - è più basso di quello osservato in corrispondenza della prima ondata dell'epidemia solo in Lombardia (+66% a novembre rispetto al +192% di marzo e il +118% di aprile) e in Emilia-Romagna (+34,5% rispetto al +69% di marzo).