Nessuna minaccia di morte no: è quanto affermato dai legali di di Claudia Alivernini, l'infermiera 29enne dello Spallanzani di Roma, prima vaccinata anti-Covid nel nostro Paese. Gli avvocati tengono a precisare che l'infemiera non ha mai parlato con nessuna testata nazionale.
Ma le presunte minacce hanno comunque fatto scalpore e scatenato polemiche. Il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia, ha voluto incontrare la 29enne per incoraggiarla. "Ho incontrato Claudia per incoraggiarla dopo le varie fake news ed attacchi. Non ce n'è stato bisogno. Claudia sta bene, come tutti gli altri vaccinati, è di ottimo umore ed è sempre più convinta della sua scelta: atto d'amore per sé, per i suoi cari, per i pazienti, per il Paese", ha scritto su Facebook, documentando l'incontro con una foto.
La solidarietà - Grande l'ondata di solidarietà nei confronti dell’infermiera anche da parte dei politici. "Chi l'ha costretta a eliminare i suoi social e la sta minacciando dovrebbe vergognarsi - ha scritto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti -. Il suo sorriso ci ha raccontato una storia di forza e speranza. Una professionista che ha combattuto il Covid, come tante e tanti giovani che si sono improvvisamente trovati in prima linea". Letteralmente, perché Alivernini fa parte delle Uscar del Lazio, cioè le unità speciali che si occupano anche delle cure a domicilio e di tutti i fronti sul terreno, dai drive in per i tamponi alle zone rosse.
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà (M5s) che le ha garantito di essere "al suo fianco". Un sostegno bipartisan, come dimostrano le parole della capogruppo FI alla Camera Mariastella Gelmini: "La scienza è più forte di fake news e stupidità", ha detto, mentre la consigliera regionale FdI del Lazio Chiara Colosimo ha affermato chiaro e tondo: "Io sono Claudia".
Messaggi da tutta Italia - Messaggi per l'infermiera da tutta Italia, come quelli del sindaco di Firenze Dario Nardella o del presidente del Consiglio regionale della Puglia Loredana Capone e dall'assessore alla Sanità del Lazio Alessio D'Amato.