E' disastroso in Italia il bilancio del turismo nei primi nove mesi dell'anno. Il Covid ha dimezzato le presenze nel nostro Paese, abbattendo del 68,6% il numero degli stranieri. Sono i numeri di un vero e proprio "de profundis" che emergono dalla rilevazione Istat sull'andamento economico del settore.
Federturismo: "Ristori per 11 miliardi, cifra irrisoria" - A fronte degli undici miliardi di euro stanziati come ristoro per il settore, il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca replica: "Sono una cifra altisonante, ma purtroppo la realtà con cui ci misuriamo è fatta di ristori di importo irrisorio, di poche migliaia di euro per impresa. Ci sono imprese chiuse da dieci mesi che hanno ricevuto un contributo a fondo perduto pari a una piccola parte del fatturato di aprile". E sul decreto di Natale: "E' stato a dir poco strabico e ha dimenticato totalmente strutture ricettive e terme che non possono nemmeno contare sul piccolo sollievo che può venire da vendite con asporto o consegne a domicilio".
Le grandi città le più penalizzate - Nelle grandi città, 12 Comuni con oltre 250mila abitanti, nel 2019 era stato registrato circa un quinto delle presenze dell'intero territorio nazionale: è questa la categoria che soffre di più la riduzione della domanda, con una flessione pari al 73,2% e un andamento peggiore rispetto alla media nazionale, che segna un calo del 50,9% rispetto allo stesso periodo del 2019.
In estate flessione del 34% - Considerando solo il periodo estivo, tra luglio e settembre, l'Istat rileva una discesa delle presenza del 34%, cioè 74 milioni di arrivi in meno. La flessione è dovuta soprattutto agli scarsi arrivi dall'estero, diminuiti del 60%. Praticamente spariti gli statunitensi: -95% rispetto all'estate 2019. Ha tenuto invece la categoria dei tedeschi, scesi comunque di un terzo. Decisamente più contenuta la flessione di turisti italiani, il 14% in meno.
Viaggi di lavoro e stagione invernale - Il crollo più pesante è legato ai viaggi di lavoro, che nel 2020 segnano una discesa vicina al 60%, mentre quelli per vacanza diminuiscono del 23%. Dati che, con i recenti lockdown, fanno temere il peggio. Per la stagione invernale, l'Istat parla infatti di forte rischio. La diminuzione della domanda e i cambiamenti nella scelta delle destinazioni, del tipo di alloggio e della durata del soggiorno fanno presumere un forte impatto sulla composizione e la distribuzione della spesa turistica per quest'anno.
Se si guarda al 2019, spiegano all'Istituto di statistica, il tipo di alloggio influisce in misura rilevante sulla spesa complessiva delle vacanze, sia in Italia sia all'estero. Nel 2019, si stima che la spesa media per una vacanza trascorsa pernottando negli esercizi alberghieri, pari a 568 euro, sia stata superiore di circa il 39% a quella per gli esercizi extra-alberghieri (409 euro) e la maggiore sofferenza mostrata dai primi in termini di volumi fa presagire un calo ancora più ampio della spesa sostenuta dalle famiglie per il turismo.
A fare i conti è anche Coldiretti, che spiega: "Ammonta a 53 miliardi il taglio delle spese turistiche in Italia nel 2020 per l'emergenza, con un terzo delle perdite che hanno colpito i consumi in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per l'acquisto di cibo di strada e souvenir delle vacanze".