Ghosts ‘n Goblins, una storia grottesca tra demoni, prodi cavalieri e mutandoni
Aspettando il ritorno della saga, previsto su Switch a febbraio, ripercorriamo la genesi dell'avventura lanciata nel 1985 da Capcom
In questo turbolento 2020 tra problematiche legate al Covid-19, l'arrivo delle console di nuova generazione e qualche rinvio di troppo, le sorprese non sono certo mancate per gli amanti dei videogiochi. Una delle ultime è sbucata dal nulla proprio qualche settimana fa, quando in un recente Nintendo Direct è stato annunciato da Capcom l’arrivo di un nuovo capitolo di una sua storica serie di videogame: Ghosts ‘n Goblins Resurrection. Una bella occasione per ricordare il gioco da cui tutto è iniziato, ovvero quel Ghosts ‘n Goblins che scatenò zombie, demoni e mutandoni a cuoricini nell’ormai lontano 1985.
Se esistono videogame da considerare come veri e propri punti di svolta nel nostro hobby, Ghosts ‘n Goblins dovrebbe proprio essere uno di questi per il modo in cui reinterpreta il genere dei cosiddetti “run & gun” applicandoci un gameplay rigoroso, delle importanti trovate e un comparto audio/video che all’epoca risultò quantomeno impressionante. La storia in Ghosts ’n Goblins è quella classica di un prode cavaliere impegnato a salvare la bella principessa da nientemeno che il demone a capo l’inferno: un semplice spunto per giustificare il viaggio di Sir Arthur attraverso luoghi allucinanti, tutti caratterizzati da uno stile grottesco e caricaturale che ancora oggi risulta unico.
Lance, pugnali, fiaccole, asce e croci sono le armi a nostra disposizione e che formano un arsenale vario e molto “tattico”: ciascuna si adatta bene, infatti, a determinate situazioni, donando così ulteriore spessore a un gameplay lento e ragionato. E poi ci sono loro, i mutandoni: il povero Arthur infatti può affidarsi unicamente alla sua solida armatura per difendersi dagli attacchi dei tanti nemici: purtroppo al primo colpo ricevuto eccola andare in mille pezzi, lasciando il nostro barbuto eroe letteralmente in braghe di tela. A questo punto un secondo colpo risulta letale, con conseguente perdita di una vita: un sistema di “energia” davvero simpatico e che è rapidamente diventato un carattere distintivo del gioco, ripreso in tutti i capitoli successivi.
E poi c’è quella sorpresa finale, quel piccolo colpo di scena che spinge il giocatore - probabilmente già stremato - a dover ripetere tutti i sette livelli del gioco per assistere al vero finale, una chicca che permetteva i più bravi a trascorrere parecchio tempo attaccati al cabinato con una singola monetina.
Ha fatto storia, Ghosts ‘n Goblins e ovviamente non poteva non venire convertito per tutti i più popolari sistemi di intrattenimento da casa dell’epoca. Ad esempio fu accolta molto bene la simpatica conversione per Commodore 64 mentre l’edizione per Nintendo 8-bit - a suo modo un po’ rielaborata - divenne rapidamente un best-seller. Strano destino per la splendida conversione su Amiga, davvero molto tardiva (uscita nel 1990) ma al tempo stesso molto, molto fedele all’originale da sala. Da notare inoltre che nel 2015 un team di sviluppatori noto come Nostalgia ha rimesso mano alla versione per Commodore 64 modificandola e in larga parte riscrivendola per renderla ancora più fedele all’originale da sala giochi.
Ghosts ‘n Goblins ha dato vita a una lunga serie di giochi comprensiva anche di almeno un paio di “spin-off”: qualcosa di cui sicuramente parleremo nelle prossime puntate di questa rubrica. Nel frattempo l’attenzione va al prossimo 23 febbraio, quando Ghosts ‘n Goblins: Resurrection arriverà su Nintendo Switch, scatenando nuovamente zombie e demoni. E, ovviamente, sventolando un po’ di mutandoni a cuoricini.
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