Vigilia

Luci, presepe, albero decorato: dove nascono le tradizioni del Natale

Paese che vai, usanza che trovi: i riti e le consuetudini ai quattro angoli del mondo

Il Natale è la festa più magica dell’anno. Anche se quest’anno siamo travagliati da mille preoccupazioni, celebrare una festa dalla valenza simbolica e spirituale così intensa fa bene al cuore e, dicono gli esperti, anche alla salute. Parlando delle tradizioni che allietano la giornata del 25 dicembre, ecco una carrellata di consuetudini e di riti legati alla giornata natalizia, delle quali è bello ricordare l’origine e il significato. Alcune sono davvero originali e possono offrirci ispirazione per rivitalizzare la nostra festa domestica. 

ASPETTANDO BABBO NATALE – Sono tanti i rituali legati a questo amatissimo personaggio, regista della felicità di tutti perché spetta a lui distribuire i doni attesi con tanta trepidazione. Per questo, in Gran Bretagna, i bambini scrivono la loro letterina e poi, la sera della vigilia dopo aver cantato le carole natalizie insieme ai genitori, la buttano nel caminetto acceso: la cenere e le scintille si incaricano di recapitare i desideri dei bambini (e di sicuro anche dei grandi) fino al buon vecchio vestito di rosso. In Finlandia, invece, l’attesa di Santa Klaus culmina con una grande cena a base del prosciutto di Natale (una sorta di stinco arrosto), mentre gli adulti raccontano storie natalizie. Dopo questa abbondante mangiata di solito i bambini si addormentano scrutando fuori dalla finestra in attesa della slitta magica: i genitori li lasciano dormire su grandi cuscini nel soggiorno, dove troveranno al risveglio i doni tanto desiderati. In molti Paesi c’è l’abitudine di lasciare uno spuntino a Babbo Natale e alle sue renne: può trattarsi di dolci e latte, oppure dei classici biscotti profumati allo zenzero. 

SANTA LUCIA – In molte culture è Santa Lucia a dispensare doni ai bambini buoni: in questo caso la festa è il 13 dicembre, con la Santa patrona della luce che visita le case nel corso della notte, lasciando doni e felicità. Santa Lucia, molto venerata anche in alcune zone del Nord Italia, è protagonista di un rituale molto sentito nei paesi dell'Europa del Nord, in particolare in Svezia: la figlia maggiore (o la mamma, in famiglia ci sono solo figli maschi) impersona Santa Lucia indossando una tunica bianca, una cintura rossa e una corona di candele accese. Così abbigliata, offre dolci a tutta la famiglia. Non a caso, questo rituale fortemente incentrato sul tema della luce, si celebra in una delle giornate più brevi dell'anno.

ALBERO, PRESEPE E GHIRLANDE – Il presepe è una tradizione molto più antica dell’abete natalizio: la sua prima “edizione” risale al 1223 per iniziativa di San Francesco e per molto tempo la scena fu rappresentata da personaggi in carne ed ossa, sostituite da statue e statuine solo in tempi più recenti. Anche l’abitudine di decorare l’abete di Natale risale al medioevo, quando nei mesi invernali e in occasione delle sacre rappresentazioni legate alla Natività, si utilizzavano come elemento scenografico piccoli abeti sempreverdi decorati con mele e altri frutti invernali. La leggenda vuole che in un’annata particolarmente rigida il raccolto di mele fosse andato distrutto e quindi gli alberi furono decorati con sfere di vetro, da cui la consuetudine dell’addobbo dell’albero di Natale come lo conosciamo adesso. In Austria e in altri Paesi mitteleuropei ogni famiglia custodisce in casa una corona d’Avvento, che abbellisce gli ambienti e scandisce il tempo che separa dal Natale: la corona di sempreverdi circonda quattro candele che vengono accese, una alla volta, nelle quattro domeniche che precedono il Natale. 

FARE FESTA A TAVOLA – Le consuetudini e i riti gastronomici legati al Natale sono numerosissimi e diversi a seconda dei Paesi. Il pasto natalizio si svolge il giorno di Natale o la sera della vigilia, con menù differenti e con consuetudini particolari. Se ci sono ben note le consuetudini regionali del nostro Paese, forse è meno risaputo che in Polonia, ad esempio, è consuetudine la sera della vigilia servire una cena con dodici portate, tante quanti furono gli Apostoli. In centro alla tavola, inoltre, non manca mai una specie di cialda bianca chiamata Oplatek'; ogni commensale è invitato a mangiarne un pezzetto, in onore della nascita di Gesù Bambino e proprio al Bambinello è riservato un posto vuoto a tavola. Il menu, di solito, prevede una zuppa di barbabietole, ravioli ai funghi, gnocchi ripieni e piatti a base di aringhe e carpa. In Germania è invece consuetudine mettere in tavola, oltre ai classici biscotti di pan di zenzero e cioccolato, un pane dolce speciale che viene confezionato da tutta la famiglia il giorno della vigilia. Altra tradizione natalizia è quella della cioccolata calda da bere in tazza, comune in tutta Europa, ma particolarmente diffusa in Olanda. Qui i bambini ricevono i doni da Santa Klaus, ovvero San Nicola, e per ingannare l’attesa preparano insieme a mamma e papà un dolce speciale chiamato "Letterbanket", una torta che ha la forma della lettera iniziale del cognome della famiglia. Tradizione davvero originale e riproducibile anche a casa nostra, per trascorrere un pomeriggio natalizio diverso dal solito.

LANTERNE A GOGÒ – In Oriente, dove in Cristianesimo è poco diffuso, il simbolismo si rifà a riti molto antichi, presenti anche da noi in epoche precristiane, in cui la fine di dicembre era il momento dell’anno in cui le giornate cominciavano di nuovo ad allungarsi, dopo il massimo buio del solstizio di inverno. Il primo timido ritorno della luce solare e la promessa di risveglio e di nuova vita si esprime attraverso il moltiplicarsi di luci, lanterne, illuminazioni di ogni tipo. In Cina le famiglie decorano la casa con innumerevoli lanterne, collocate lungo tutto il perimetro dell’abitazione e sui davanzali delle finestre. È consuetudine anche addobbare un albero con diverse luci in segno di buon augurio, oppure creare lunghe catene di carta rossa, per propiziare la buona fortuna.