Disavventura per il randagio Max

Il cane-influencer di Taranto preso a calci da un poliziotto: Rete in rivolta

Il video del maltrattamento a Max, randagio di quartiere e beniamino del Web, è diventato virale. Pronte le denunce degli animalisti

Era seduto come al solito a "presidio" del suo quartiere, in piazza Maria Immacolata, a Taranto, quando un poliziotto si è avvicinato e lo ha colpito con un calcio. A Max, cane randagio di quartiere, molto conosciuto in città per la sua fama di "influencer" con una pagina Facebook a lui dedicata, non è rimasto che allontanarsi con la coda bassa guaendo. Il calcio è stato ripreso da un passante e quei cinque secondi, finiti sui social, hanno indignato i tanti ammiratori del "Conte Max" e le associazioni animaliste, che sono passate alle carte bollate in sua difesa. "Vergogna", è il commento più diffuso.

Il precedente che portò alla mobilitazione non solo social - Già a novembre la Rete si era mobilitata per Max, il cane di quartiere che da 10 anni fa vita randagia a Taranto. Era stato, infatti, accalappiato e portato in canile, dopo una segnalazione arrivata alla Asl. Ma una petizione con migliaia di firme aveva spinto il sindaco Rinaldo Melucci, il 24 novembre scorso, ad andare in canile e firmare l'ordinanza che ha reso il meticcio di nuovo libero per le strade del centro dove in tanti si prendono cura di lui.

Altrettanti cittadini, poi, hanno contribuito a renderlo una celebrità del Web, alimentando la sua pagina Facebook di selfie con lui.

Le denunce contro il poliziotto - Al momento non si conoscono i motivi che hanno portato al gesto del poliziotto. Tra le tante associazioni animalisti e difensori degli animali che in queste ore si sono mosse anche Enrico Rizzi, leader animalista siciliano, che in un video ha annunciato che l'agente "sarà da me denunciato per maltrattamento di animali e ribadisco che chiederò a breve provvedimenti immediati al Questore di Taranto. Chi indossa una divisa e rappresenta lo Stato non può comportarsi in questo modo delinquenziale, a maggior ragione nei confronti di un essere vivente indifeso".