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Lettera di Renzi a Conte: "Parliamo di cose serie, non di rimpasti. Ministri di Italia Viva pronti a dimettersi"

Il leader di Italia Viva al premier: "Dire che vogliamo le poltrone è falso e populista. Ci interessano i contenuti, non vogliamo occupare posti". Alle 19 è in programma l'incontro

Con Conte "parliamo di cose serie, non di rimpasti": così Matteo Renzi, leader di Italia Viva, chiarisce sui social il contenuto della lunga lettera inviata al premier. "In questi giorni - scrive - il racconto fatto dal Palazzo dice che 'quelli di Italia Viva' vogliono le poltrone. E' il populismo applicato alla comunicazione. Ma è soprattutto una grande bugia".

Incontro col governo - Alle 19 è in programma proprio un incontro tra il presidente del Consiglio e la delegazione di Italia Viva guidata da Matteo Renzi per verificare la tenuta del governo. 

Ministri pronti a dimettersi - Matteo Renzi ha sottolineato di volersi concentrare sui contenuti. "Perché in discussione sono le idee, non gli incarichi di governo. Teresa, Elena, Ivan - che hanno lavorato bene su agricoltura, famiglie e politiche di genere, export - sono pronti a dimettersi domani, se serve. Noi infatti non concepiamo la politica come occupazione di posti. Non tiriamo a campare, vogliamo cambiare. Non ci basta uno strapuntino, vogliamo la politica", ha detto riferendosi ai ruoli di Bellanova, Bonetti e Scalfarotto. 

Recovery Fund "senza un'anima" - "Ci hai sempre chiesto di essere trasparenti e di dire le cose alla luce del sole. Come vedi lo facciamo animati solo da un desiderio: che l'Italia torni a correre. Di questi argomenti vogliamo parlare e su questi temi siamo pronti a confrontarci", ha aggiunto Renzi che poi ha affrontato il tema Recovery Fund. "Nel piano che hai inviato alle ministre alle due di notte, senza averlo condiviso, c'è un collage di buone proposte senza un'anima, senza una visione, senza un'idea di come vogliamo essere tra vent'anni".

Prestiti europei e progetti da finanziare - "Il Next Generation UE non è un cesto di risorse gratis al quale tutti possiamo attingere a piene mani, con criteri di distribuzione parcellizzati. Le risorse sono vincolate in numerose dimensioni: la destinazione, la tempistica, i risultati, le riforme di sistema che si accompagnano alla spesa", sottolinea il leader di Italia Viva. "Che senso ha spendere 88 dei 127 miliardi dei prestiti europei solo per finanziare progetti che già esistevano? Abbiamo una visione o abbiamo solo svuotato i cassetti dei ministeri con le vecchie proposte? Pensiamo di non avere idee buone da coltivare oggi? Che fine hanno fatto i documenti di Colao che avevi coinvolto con grande eco mediatica", chiede al premier. 

Riforme e legge elettorale - Poi Renzi ha affrontato anche la questione della legge elettorale. "Abbiamo il tavolo delle riforme da affrontare. Noi siamo per il maggioritario. Vogliamo sapere la sera delle elezioni chi governa. Vogliamo che governi per 5 anni. Vogliamo che abbia stabilità. Se le altre forze politiche preferiscono un sistema diverso, siamo pronti a sederci e a discuterne. Ma vogliamo farlo in modo serio. Mettendo in campo tutti i correttivi che servono, a cominciare dal superamento del Titolo V della Costituzione sul rapporto Stato Regioni che ha mostrato i limiti piu' evidenti proprio in questa pandemia", ha detto.