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Gb, sentenza storica: lo smog riconosciuto come causa di morte di una bimba 

Ella Kissi-Debrah soffriva di asma e non era sopravvissuta a un ultimo, forte attacco nel 2013. Una sentenza, destinata a fare storia, ha scritto che a ucciderla è stato anche l'inquinamento 

A nove anni Ella Kissi-Debrah aveva già fatto avanti e indietro dagli ospedali di Londra per ben 26 volte. Fino all'ultimo ricovero, al quale non è sopravvissuta. Soffriva di asma, la piccola. A provocarla era stato anche l'inquinamento. A distanza di anni dalla sua morte nel 2013, una sentenza, destinata a fare storia, ha scritto che a ucciderla è stato anche lo smog. 

Ella, nata da una famiglia di origini africane residente alla periferia sud-est di Londra, mori' dopo essere stata ricoverata ben 27 volte in ospedale in 3 anni. I genitori hanno dichiarato agli inquirenti di non esser mai stati messi a conoscenza di pericoli rappresentati dall'inquinamento per la salute della piccola.

Cresciuta in una casa di South Circular Road, nell'affollato sobborgo di Lewisham, Ella Kissi-Debra si arrese  dopo un calvario ospedaliero di corse al pronto soccorso, ricoveri e dimissioni iniziato almeno nel 2010.

Un destino al quale - ha riconosciuto il medico legale in tribunale - l'inquinamento ambientale diede un tragico "contributo materiale" concreto. La vicenda è stata al centro di una lunga causa giudiziaria, fino all'approdo di fronte alla Southwark Court.

In base a una perizia del professor Stephen Holgate, medico legale, la vita di Ella rimase per mesi "sull'orlo del baratro" prima dell'attacco fatale. Mentre per il magistrato inquirente Philip Barlow, il verdetto è ormai chiaro. Dopo due settimane di udienze ad hoc - ha affermato  Barlow - "sono giunto alla conclusione che Ella morì di asma", ma che a questo esito "contribui' un'esposizione eccessiva all'inquinamento dell'aria". Fra le cause del decesso, il coroner elenca quindi formalmente, numerandole, "uno scompenso respiratorio acuto; una forma severa di asma; l"esposizione all'inquinamento".

La madre della bambina, Rosamund, e due fratelli di Ella hanno assistito alla lettura del verdetto. Commentando la conclusione del procedimento, gli avvocati di Rosamund Kissi-Debrah hanno da parte loro sottolineato come l'inserimento nel certificato di morte dell'inquinamento ambientale come concausa del decesso sia senza precedenti nella storia della giustizia britannica, "e forse mondiale": un precedente destinato a fare giurisprudenza nel diritto anglosassone.

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