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Vaccino, la protesta degli specializzandi: vogliamo un compenso, no ai crediti formativi

Non piace la decisione del ministro dell'Università in vista della campagna vaccinale

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Gli iscritti al primo e secondo anno delle scuole di specializzazione, coinvolti nella campagna vaccinale anti Covid, riceveranno 4 crediti formativi. Lo ha previsto il ministro dell'Università. Ma gli specializzandi non ci stanno e chiedono un compenso. "La somministrazione del vaccino non ha niente a che vedere con la formazione", spiegano. Per questo varie associazione di categoria spingono affinché l'adesione sia almeno su base volontaria. 

"Quando si parla di specializzandi si parla di medici. Questa attività è compatibile solo per alcuni aspiranti specialisti, certo non per un cardiologo o un chirurgo", spiega Chiara Quisisana a La Stampa. "Con i crediti formativi non paghiamo le bollette". Diverso il trattamento per i circa 3mila medici per i quali è previsto un compenso economico.

"Manfredi e Speranza non pensino di poter sfruttare forza lavoro a costo zero", spiega Federica Viola, vicepresidente di Federspecializzandi, annunciando una mobilitazione nazionale della categoria.

Il pasticcio del concorso Poi c'è anche il pasticcio del concorso 2020 per l'accesso alle scuole di specializzazione, caratterizzato da ritardi e ricorsi giudiziari, per via di una domanda del test non chiara e anche perché  escludeva ingiustamente i corsisti di Medicina generale.

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