Otto ragazzi su 10 stanno due mesi all'anno sui social, Davide Dal Maso: “Antidoto alla dipendenza da smartphone è l’educazione digitale”
L'allarme lanciato dal presidente dell'Osservatorio scientifico della no profit "Social Warning-Movimento Etico Digitale". Al via la campagna #consapevolidigitali
Otto ragazzi su 10 tra gli 11 e i 18 anni trascorrono due mesi all'anno sui social network, cioè quattro ore al giorno. Il 52% ha tentato di ridurre il tempo senza riuscirci. Il 33% definisce l'utilizzo che fa dello smartphone "eccessivo". Sono i dati che emergono dalla ricerca condotta dall'Osservatorio scientifico della no profit "Social Warning-Movimento Etico Digitale", in un periodo in cui la pandemia per il Covid-19 ha reso lo smartphone l'unico mezzo di comunicazione con il mondo esterno. "L'unico antidoto alla dipendenza da smartphone è l'educazione digitale anche in classe", spiega Davide Dal Maso, fondatore della no profit che ha lanciato la campagna di sensibilizzazione a livello nazionale sul tema della dipendenza da smartphone, #consapevolidigitali, per cui è partito il crowdfunding.
La campagna - L'associazione "Social Warning-Movimento Etico Digitale", in due anni di lavoro e con 150 formatori volontari, ha raggiunto oltre 35mila ragazzi e 13mila genitori, sensibilizzandoli su come approcciare la Rete.
Lanciato anche il crowdfunding per supportare la prima campagna di sensibilizzazione a livello nazionale sul tema della dipendenza da smartphone, #consapevolidigitali.
"L'obiettivo è raggiungere, - spiega il Social Media Coach Dal Maso, primo docente ad aver portato l’educazione civica digitale in classe, - 100 nuove scuole in tutta Italia con i nostri formatori volontari e promuovere l’uso consapevole e sereno di Internet da parte dei ragazzi, formando anche i loro genitori su tematiche legate ai Social Network, ai rischi come iperconnessione, fake news, cyberbullismo e revenge porn, ma anche e soprattutto sulle opportunità legate ai cosiddetti lavori del futuro”.
I numeri della dipendenza da smartphone - Secondo la ricerca dell'Osservatorio, dunque, i ragazzi sbloccano lo smartphone in media 120 volte al giorno e lo usano, oltre che per essere connessi ai loro coetanei tramite i social anche per vedere film o ascoltare musica fino a tarda notte. E guai ad interferire: un ragazzo su due dichiara che gli capita di scattare, rispondere male o alzare la voce se disturbato.
Il 40% degli intervistati dichiara di perdere ore di sonno perché rimane connesso anche di notte tramite smartphone, console o pc.
Le storie dei protagonisti - Sono state poi raccolte storie, come quella di Andrea, 14 anni, che si addormenta con i suoi youtuber preferiti e lo smartphone non lo spegne mai; o di Giorgia, 16 anni, che non si accorge di quanto tempo passa online e fatica a distinguere tra quando è connessa e quando non lo è.
La via d'uscita - Per curare la dipendenza digitale, spiega Dal Maso, le soluzioni sono fondamentalmente due: sviluppare consapevolezza su questa tematica tra giovani e adulti e promuovere un ponte tra loro attraverso progetti di educazione digitale che permettano spunti di riflessioni e azioni pratiche nelle famiglie, come tenere d'occhio il tempo di utilizzo degli smartphone e stabilire in casa delle 'no smartphone zones'.
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