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Strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, Procura chiede processo per filone bis

Il rinvio a giudizio coinvolge proprietari, gestori del locale, addetti alla sicurezza e componenti della commissione di vigilanza (come il sindaco)

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La Procura di Ancona ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio nel secondo filone d'indagine per la strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo: nella notte tra il 7 e l'8 dicembre del 2018 morirono nella calca una madre 39enne e cinque minorenni. Questo secondo filone, sulla sicurezza del locale, coinvolge proprietari, gestori della discoteca, addetti alla sicurezza,e componenti della commissione di vigilanza (come il sindaco).

La seconda richiesta di rinvio a giudizio arriva a meno di cinque mesi dalla condanna a carico di sei ragazzi del Modenese (pene comprese tra i 10 e i 12 anni e quattro mesi di carcere) della cosiddetta "banda dello spray", che quella sera entrarono in azione nel locale, dove si attendeva l'esibizione in dj set di Sfera Ebbasta, per commettere furti con strappo utilizzando lo spray al peperoncino che scatenò il panico.

In rito abbreviato il gup aveva riconosciuto la responsabilità per omicidio preterintenzionale, rapine, furti con strappo, lesioni personali. Era caduta l'accusa associativa. Nel secondo filone d'inchiesta le accuse, a vario titolo, sono cooperazione in omicidio colposo plurimo alle lesioni anche gravi a carico di 197 persone, disastro colposo aggravato i reati ipotizzati. Per la commissione anche l'ipotesi di falso ideologico in atto pubblico.

Duro il commento di Giuseppe Orlandi, il papà di Mattia, 15enne deceduto quella sera. "Finalmente si sta capendo che quel locale era una trappola mortale che non sarebbe mai dovuto aprire - ha detto . Anche chi voleva cantarci, il trapper Sfera, doveva accertarsi dove andava perché il mio Mattia non me lo ridarà più nessuno. Adesso è tardi". 

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