LA RIVELAZIONE

Silvia Romano, un testimone a "Le Iene": "Poteva essere liberata molto prima"

Il retroscena raccolto da Matteo Viviani: "Qualcuno ha frenato la liberazione per intascarsi parte del riscatto"

Documenti inediti sul sequestro di Silvia Romano. La ragazza è rimasta nelle mani dei rapitori 535 giorni tra il Kenya e la Somalia, ma secondo il servizio esclusivo de "Le Iene" poteva essere liberata molto prima.

Tra l'ipotesi emerse nel servizio quella che Silvia Romano avesse un microchip con Gps in un orecchino e che, grazie a questo, fosse stata individuata già il giorno dopo il sequestro. Ma telefonate e scambi di messaggi poco chiari tra diversi personaggi della vicenda fanno capire che per questioni di soldi, la ragazza sarà costretta a passare 535 giorni con i rapitori.

Secondo Massimo Alberizzi, corrispondente storico del Corriere della Sera: "Sin da subito non si riusciva a capire gli atteggiamenti delle persone, che lavoravano alla liberazione, sia dei funzionari italiani che di quelli del Kenya. In realtà, non conveniva liberare Silvia Romano, nessuno aveva interesse a farlo". 

"Le Iene" hanno  mandato in onda alcune telefonate tra Stefano Saraceni, vissuto 28 anni nell'Africa equatoriale e coinvolto per i suoi contatti in loco, e un funzionario dello Stato, incaricato delle operazioni per la liberazione di Silvia Romano, da cui si evince che fosse possibile farla tornare a casa 14 giorni dopo il sequestro, ma quando entrarono in campo gli interessi economici, tutto si arenò bruscamente.

Il funzionario in una delle telefonate con Stefano dice: "Siamo nella fase operativa, ora resta il problema soldi. Si è messa in fila tanta di quella gente per i soldi, c'è una fila di sciacalli da ambo le parti, ma quelli che stanno mangiando di più sono gli italiani sciacalli. Io con 500mila euro in Kenya li accontento tutti quanti, ma con questi qua ci vogliono 20 milioni. Abbiamo trovato un accordo portiamo in Europa i suoi carcerieri e le loro famiglie, alla polizia locale daremo dei corpi".

Ma è solo l'inizio. A un certo punto il funzionario scompare e Silvia Romano verrà liberata solo un anno dopo in Somalia.