Si parla di resilienza. Ovvero, della capacità di saper affrontare e superare un periodo di difficoltà. Come sta reagendo alla pandemia e ai suoi effetti il mondo della moda e del lusso in Italia? Investendo in tecnologia e digitale. Le aziende del settore sono, infatti, sempre più orientate a incrementare gli investimenti digital per differenziarsi e accelerare il processo di innovazione. L'idea alla base è anche quella di permettere ai clienti di rimanere connessi e accedere a esperienze sempre più originali, migliorando la qualità e la velocità dei vari processi.
Dalla sfilata di presentazione delle collezioni uomo autunno inverno 2020-2021 di Giorgio Armani
ORA E SEMPRE: RESILIENZA - È l'analisi che emerge dalla ricerca "La resilienza digitale nel settore Fashion-Luxury: tecnologie, trend e strategie per le sfide future delle imprese del settore in Italia", svolta da SDA Bocconi in collaborazione con Certilogo (la piattaforma globale che permette di verificare istantaneamente l'autenticità dei prodotti grazie a uno smartphone o a un qualsiasi dispositivo digitale) e BeSight, con il patrocinio di Confindustria Moda. Lo studio è stato condotto tra settembre e ottobre scorso, su un campione di 101 aziende in Italia (Giorgio Armani, Max Mara, Calzedonia, Lotto per citarne alcune). Ne è emerso che le realtà coinvolte prevedono una crescita dei loro investimenti digitali (il 55% ha dichiarato, infatti, un aumento nei prossimi tre anni, nonostante il periodo di difficoltà economiche generali).
TUTTI PRONTI? QUASI PRONTI - Altro aspetto importante che è stato evidenziato dallo studio, è l'esigenza per le imprese coinvolte di migliorare la "customer experience", ovvero l'esperienza complessiva che i clienti vivono durante tutta la loro relazione con l'azienda. Con questo si intende anche aumentare la fedeltà al marchio, lo sviluppo e il miglioramento dell'e-commerce, la creazione di community, l'approfondimento della conoscenza dei propri clienti. Importantissime, a questo scopo, si rivelano anche le tecnologie di "smart tagging", ovvero tutti quei dispositivi hardware integrati con il prodotto, che consentono di accedere a esperienze digitali tramite smartphone e che possono migliorare l'esperienza di acquisto, utilissime anche per aprire un canale di comunicazione diretto con i consumatori. I dati: il 59% delle aziende italiane ha già adottato questa tecnologia e il 36% ha implementato una soluzione di "smart tagging", che rende il prodotto uno strumento di raccolta e scambio di informazioni lungo tutto il suo ciclo di vita, riciclo incluso. I mezzi, dunque, si hanno già a disposizione: la scommessa è ora dimostrare prontezza verso il cambiamento digitale, inclusa la digitalizzazione dell'intera filiera produttiva.