No alla riforma del Mes. Lo hanno scritto nero su bianco 16 senatori e 42 deputati pentastellati in una lettera inviata ai vertici del M5s, in vista del voto del 9 dicembre in Parlamento. La lettera è indirizzata al capo politico Vito Crimi, al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro e ai capigruppo di Montecitorio e Palazzo Madama. Lunedì l'Italia aveva tolto il veto alla riforma in Ue.
I firmatari della lettera sono: Berardini, Berti, Cabras, Cancelleri Azzurra, Carabetta, Colletti, Corda, Costanzo, De Carlo, De Girolamo, De Lorenzis, Di Stasio,. Emiliozzi, Fantinati, Ficara, Forciniti, Frusone, Giuliodori, Grillo, Grimaldi, Invidia, Lombardo, Maniero, Martinciglio, Megna, Olgiati, Parisse, Raduzzi, Rizzo, Romaniello, Sapia, Scanu, Sodano, Spessotto, Suriano, Tuzi, Vallascas, Vianello, Villani, Villarosa, Volpi, Zanichelli. I senatori firmatari sono, stando a quanto si legge nel testo: Abate, Angrisani, Corrao, Croatti, Crucioli, Di Micco, Granato, Guodolin, Lannutti, Lezzi, Mininno, Morra, Romano, Russo, Trentacoste, Vanin.
"Consci delle diverse posizioni nella maggioranza, che non vogliamo in nessun modo mettere a rischio - hanno spiegato i parlamentari -, chiediamo che nella prossima risoluzione parlamentare venga richiesto che la riforma sia subordinata alla chiusura di tutti gli altri elementi (EDIS e NGEU) delle riforme economico-finanziarie europee in ossequio alla logica di pacchetto, o in subordine, a rinviare quantomeno gli aspetti più critici della riforma del Mes".
"Anche lo scorso anno si dava tutto per chiuso - si legge ancora nella lettera - ma siamo riusciti nel nostro intento, ora è il momento di non arretrare su posizioni che non sono nostre. Ciò è ancora più vero in un momento storico in cui serve reale integrazione europea e spirito di solidarietà fra i Paesi dell'Eurozona, piuttosto che il potenziamento di istituzioni intergovernative esterne alle istituzioni comunitarie. In difetto, l'unico ulteriore passaggio che i parlamentari del Movimento 5 Stelle avrebbero per bloccare la riforma del Mes sarebbe durante il voto di ratifica nelle due Camere".
Pur avendo sottolineato quindi di "non voler mettere a rischio la maggioranza", i parlamentari chiedono che nella risoluzione che sarà votata in Parlamento la riforma sia "subordinata" alla logica del pacchetto. "In difetto - hanno aggiunto - l'unico ulteriore passaggio che i parlamentari del Movimento 5 Stelle avrebbero per bloccare la riforma del Mes sarebbe durante il voto di ratifica nelle due Camere".
I parlamentari di Camera e Senato si riuniranno quindi venerdì 4 dicembre, in vista del Consiglio europeo del 10-11 dicembre, ma anche per discutere proprio della questione Mes. In attesa del voto in Parlamento, il centrodestra ha già chiarito che voterà contro la riforma del Meccanismo di stabilità.