"In un Paese come il Pakistan - dove la vita delle donne è fatta di sfide e limitazioni, soprattutto per quanto riguarda la loro mobilità - Internet si è rivelato uno strumento sicuro tramite cui l'universo femminile ha potuto far sentire la propria voce e uscire allo scoperto, avendo l'opportunità di dialogare con altre donne e uomini dalla mente aperta". A parlare a "Digitalmente", il programma di Tgcom24 dedicato all'innovazione tecnologica, è Maria Umar, donna pakistana che ha saputo mettere il digitale al servizio dell'universo femminile fondando Women’s Digital League.
L'idea - L'idea di fondare Women’s Digital League, impresa sociale che dà potere alle donne pakistane formandole e inserendole nel mercato del lavoro digitale, è nata nel 2009. "Sono rimasta senza lavoro perché ero incinta del mio secondo figlio. La scuola dove stavo insegnando, che tra l’altro era gestita da una donna, mi ha lasciato a casa perché il mio contratto non prevedeva la maternità. Questo mi ha fatto riflettere sul fatto che in Pakistan anche le donne che hanno avuto il privilegio di ricevere un’istruzione, già fortunate di per sé, hanno poche opportunità di lavoro. Specialmente se hanno una famiglia", spiega Umar.
"Così - aggiunge - ho scoperto la possibilità di lavorare da casa e poi ho fondato Women's Digital League, che ha l’obiettivo di inserire nel mercato del lavoro tutte le donne disoccupate permettendo loro di guadagnare facendo appunto digital freelancing. Allo stesso tempo ho capito che le mie utenti avevano bisogno di corsi di formazione. Abbiamo quindi cominciato ad arricchire la loro preparazione attraverso training specifici".
L'importanza del digitale - "In rete, gli haters ci attaccano ogni volta che una donna diventa popolare o scrive post che diventano virali. Gli ostacoli spesso si creano anche tra le mura domestiche, dagli uomini di casa che non vedono di buon occhio l’uso della tecnologia. Il digitale è fondamentale per permettere a noi donne di far sentire la nostra voce, anche se spesso ci troviamo penalizzate nell’uso di Internet", conclude la fondatrice di Women's Digital League.