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Renato Zero chiude la trilogia di "Zerosettanta" e difende il pubblico: "Ingiusto fare cassa su eventi ancora incerti"

E' uscito "Volumeuno", l'ultimo dei tre cd della corposa opera che il cantautore ha realizzato in occasione dei suoi 70 anni

Ufficio stampa

E' arrivato "Zerosettanta - Volumeuno", l'ultimo dei tre cd di inediti pubblicati in tre mesi da Renato Zero per celebrare i suoi 70 anni. Un 'opera importante e corposissima, perché "sapevo che avrebbe dovuto sopperire anche alle distanze che questo mostro, il Covid - dice il cantautore -. Mi è sembrato di fornire al pubblico la ricetta per riempire quei vuoti di solitudine indotta". E proprio al pubblico è rivolto il suo pensiero: "Non vedo l'ora di tornare a incontrarlo, e farmi trovare pronto per stupire di nuovo". 

"Una certa assiduità nella produzione me la riconosco - dice -. Non mi sono mai fatto desiderare, ho sempre fatto il mio lavoro con un coerenza e la volontà di un artista di non allontanarsi dall'impegno nei confronti di un pubblico con una fedeltà come il mio".

Zero tiene a rimarcare come nel suo percorso artistico abbia mantenuto una coerenza di pensiero che questo opera, nella sua ampiezza, conferma. "Io sono uno che non scrive libri e allora uso la musica per aprirmi una finestra attraverso la quale andare a fondo di certe tematiche - sottolinea -. In questi tre volumi c'è una crescita e una coerenza nel considerare questa preservazione del pensiero. Nei tempi del consumismo tutto balla intorno a noi. Se riesci a mantenere integro il pensiero ottieni una grande soddisfazione". 

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Tra i brani di questo volume 1 (i tre cd sono stati pubblicati in ordine inverso a quello della numerazione) c'è un brano intitola "Nemico caro". "I miei nemici cari purtroppo non sempre hanno avuto un'identità, un nome e un cognome. infami che hanno svolto il lavoro nell'ombra. Invece quello che si presenta con la sua faccia è un nemico che stimo e che credo abbia provocato benessere. Perché ti costringe a tirare fuori il meglio per dimostrare che sei superiore a certi attacchi. Essere scosso in questo credo siano docce rigeneranti. 

Tra i temi che aleggiano in tutti e tre i dischi c'è quello della fede. Ma com'è il rapporto di Zero con la fede oggi? "E' un aggregante, un dono che spesso possediamo inconsapevolmente - afferma -. Quando lo capiamo ci consente di acquisire una muscolatura robusta. Con la fede la solitudine non è più costrizione ma un bisogno di riconoscersi, apprezzando pregi e difetti. La mia fede è stato un propellente magnifico, che ha fornito carburante in questo viaggio non facile. La fede è in tutto quello che pratico, nella mia stravaganza, nell'essere portatore sano di una certa inquietudine".  

C'è poi un pensiero al momento di difficoltà del comparto della musica, soprattutto per chi lavora dietro le quinte. "Tanti colleghi in qualche modo tendono a far cassa presso il pubblico. Io penso che gli artisti debbano prendersi la responsabilità di tirare il gregge - dice Zero tirando una frecciata a qualche collega -. L'azione di Fedez è importante perché c'è un raccoglitore e l'azione è di tutti noi, non del pubblico. Non voglio che il pubblico entri in queste cose perché già si comprano i biglietti che poi diventano voucher a babbo morto. A tal proposito vorrei invitare i promoter a non mettere fuori prevendite su eventi che sono ancora incerti".    

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