IMMORTALE NELLE IMMAGINI

La vita straordinaria di Maradona: ecco i film e i documentari che l'hanno raccontata

Il mondo del cinema ha cercato di raccontare e rendere omaggio, negli anni, al dio del calcio

La vita di Diego Armando Maradona è stata di per sé una sceneggiatura perfetta di un grande film. Puro cinema epico, che racconta la partenza dalla periferia e dalla povertà per salire in alto verso il riscatto, la gloria e il successo e poi cadere giù attraverso un tunnel buio verso il baratro. Tutto vissuto in prima persona e sulla propria pelle dal protagonista. Di sicuro il calcio è sempre stato uno sport difficile da portare sul grande schermo: negli anni alcuni film hanno tentato di raccontare la storia del Pibe de Oro andando incontro a questo problema, alcuni hanno reso omaggio alla figura del campione, e alcuni documentari sono riusciti a descriverne dei tratti salienti.

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Il mito di Maradona va ben oltre un campo da calcio e per dirla come Paolo Sorrentino, suo grande ammiratore: "Una partita ha molto in comune con un film. Narrazione, tecniche, tattiche e un finale non scontato che nessuno conosce. Il calcio è una bella variazione del cinema". Il regista napoletano non ha mai nascosto la sua adorazione per l'ex numero 10. Lo aveva citato nel suo discorso di ringraziamento agli Oscar 2013 per "La grande bellezza" ("Alle mie fonti di ispirazione: Federico Fellini, i Talking Heads, Martin Scorsese e Diego Armando Maradona"). Lo ha poi omaggiato nel suo "Youth", condensando, tra il grottesco e il poetico, l'essenza del campione: l'attore argentino Roly Serrano interpreta ed evoca il personaggio Maradona, intento a riflettere sulla vita a bordo piscina e a palleggiare con una pallina da tennis.

A Maradona si ispira anche il prossimo film di Sorrentino, che vedremo nel 2021, via Netflix. "E' stata la mano di Dio" è un film vagamente autobiografico (descritto come "intimo e personale, un romanzo di formazione allegro e doloroso"), il cui titolo riporta alla memoria la celebre frase pronunciata dal giocatore dopo il gol di rapina contro l'Inghilterra. Sorrentino ha più volte raccontato di come, in qualche modo, Maradona gli abbia salvato la vita: per andare a vedere Empoli-Napoli ebbe il permesso a 16 anni di non seguire i suoi in montagna, morti quella notte nel sonno per una fuga di gas.

Marco Risi si è cimentato con la storia di Diego realizzando finora l'unico biopic dedicato a lui. "Maradona – La mano de Dios" del 2007 racconta, dall'infanzia fino al capodanno del 2000, le tappe umane e sportive della vita dell'argentino, interpretato da Marco Leonardi.

Nel 2008 un irregolare del cinema come Emir Kusturica ha raccontato a modo suo Maradona, in un documentario agiografico. "Maradona di Kusturica" è un montaggio di riprese che mostrano le chiacchierate tra i due dove la soggettività del regista (sulle orme di Oliver Stone con Castro) lascia da parte lo spettacolo e mette a nudo il personaggio: un cinema delle persone dove Diego non si nasconde dietro le sue debolezze, dalla cocaina alle donne, mostrandosi fragile ma al contempo anche guerriero attraverso il suo impegno politico e la velenosa critica contro una società (come quella sportiva), che sfrutta e divora i suoi talenti.

Dopo essere stato presentato a Cannes nel 2019 è arrivato il documentario "Diego Maradona" dell'inglese Asif Kapabia, uno che di sportivi e di vite bruciate se ne intende, dato che ha diretto anche quelli su Senna ed Amy Winhouse. Realizzato grazie a 500 ore di materiale inedito che la famiglia del campione argentino ha messo a disposizione, resta un resoconto storico potentissimo della vita del Pibe de Oro, dipinto con due anime: Diego da una parte, Maradona dall'altra, come una sorta di Dr. Jeckyll e Mr. Hyde. Da una parte l'uomo generoso, allegro, cresciuto in una baraccopoli di Buenos Aires, dall'altra il personaggio pubblico, il campione, l'uomo senza freni, quello che lo fece diventare mito e lo guidò verso la perdizione e la caduta. 

Altri due documentari sono lo spagnolo "Amando a Maradona" di Javier Vazquez del 2005 e l'italiano "Maradonapoli" di Alessio Maria Federici del 2017. Il primo classico e agiografico si concentra sul lato oscuro del calciatore in guerra contro le proprie debolezze umane, l'altro invece fa luce sul legame con Napoli e su quello che Maradona ha rappresentato per la città che continua a vivere ancora nella memoria e nella gratitudine verso di lui.

D'altra parte quello tra Napoli e Diego è stato un matrimonio stracolmo di passionalità. E questo legame è testimoniato anche attraverso l'unico ruolo di finzione cinematografica della vita di Maradona, che risale al 1999, nella scena del cinepanettone "Tifosi", targato Neri Parenti. Il Pibe de Oro appare nell'episodio napoletano con Nino D'Angelo e Peppe Quintale che interpretano due furfanti che rapinano un attico, inconsapevoli che appartenga proprio al loro idolo Maradona. 

Altri film hanno in qualche modo citato la figura o il nome del campione. Da "L'allenatore nel pallone" con Lino Banfi a "Santa Maradona" di Marco Ponti, che prende il titolo dalla canzone dei Mano Negra.