"Il moto passionale che ha pervaso l'imputato" non ha inciso in modo "significativo" nella consumazione del delitto. Queste le motivazioni con cui la Corte di assise di appello di Bologna ha confermato i 30 anni a Michele Castaldo per aver ucciso la ex, Olga Matei. La sentenza arriva dopo l'annullamento del primo appello in cui all'uomo erano state riconosciute attenuanti generiche per aver agito nel corso di una "soverchiante tempesta emotiva".
A questo punto fermo la Corte arriva dopo una lunga analisi anche sul vissuto di Castaldo, che uccise la commessa di origine moldava con cui da breve tempo aveva una relazione.
Nelle motivazioni si spiega che il timore di abbandono che l'uomo diceva di avere, sentimento che "avrebbe concorso a scatenare la 'tempesta emotiva'", espressione presa da una perizia psichiatrica, in realtà, secondo i giudici, "confligge con la sequenza di indicatori di segno opposto provenienti da Castaldo il quale, più volte, si era mostrato pronto a interrompere la relazione".
Inoltre, le precedenti esperienze amorose negativo dell'imputato non risultano, per la Corte, avere "connotati di tale traumaticità da determinare", sempre citando la perizia, una "qualsivoglia problematica emotiva che ecceda le comuni reazioni ai 'life events' che tutti nel corso della vita possono affrontare, sia per ciò che attiene agli insuccessi amorosi" che per "le conflittualità con il contesto ambientale".
In più, la sequenza di circostanze che avrebbero scatenato l'impulso omicida "risultano prive di reale consistenza, così da risultare più un pretesto che una causa determinante dell'azione". Le attenuanti, poi, oltre che per la "tempesta emotiva" erano state concesse anche tenendo conto della confessione e della volontà di risarcire la vittima. Due elementi smontati dalla nuova sentenza.
Le dichiarazioni di Castaldo non rivelano infatti, "l'intenzione di liberarsi di un peso insopportabile mettendo a disposizione degli inquirenti la verità tutta intera". Anzi, si nota un "costante mutamento e aggiustamento della versione dei fatti" e un "atteggiamento obliquo e manipolatore". Quanto al risarcimento, si tratta di una "volontàespressa quando ormai era chiaro che egli sarebbe stato chiamato a rispondere del danno cagionato ai familiari della vittima". Ulteriore fattore di segno negativo è infine, il fatto che Castaldo agì in preda all'alcol.