Un duro colpo. Antonio Intiglietta, presidente di Ge.Fi. Spa, la società che organizza Artigiano in Fiera, non nasconde le difficoltà per lo stop alla kermesse dovuto alla pandemia. "Senza la manifestazione viene meno una tradizione dei milanesi e non solo", spiega Intiglietta. "Ma - sottolinea parlando della versione digital che quest'anno sostituisce quella "in presenza" - sono orgoglioso di una innovazione come la nuova piattaforma, nel segno di chi, come nella natura di Milano, non si piange addosso ma guarda avanti".
"La situazione tra gli artigiani oscilla tra la depressione e la rabbia, una naturale reazione di fronte a una situazione di impotenza. I nostri artigiani non lavorano da un anno", ricorda il presidente di Ge.Fi. Alcuni settori, se possibile, spiega quindi, rischiano davvero il colpo di grazia, come "l'arredo, dove tutto nasce da ordini che vengono creati in fiera e si sviluppano tutto l'anno". "Senza manifestazione facciamo venire meno anche l'unico evento che i nostri artigiani avrebbero avuto per dare respiro alle loro aziende e aver una prospettiva nel 2021".
La mancata edizione in presenza di Artigiano in Fiera 2020, a Milano, non colpisce però solo gli artigiani. "E' un colpo molto duro anche dal punto di vista della ricaduta economica: senza la manifestazione in presenza, abbiamo una perdita stimata di 200 milioni di euro per l'indotto", spiega Intiglietta. "Non fare una manifestazione come la nostra, al di là dell'attività economica di chi ci lavora, è un colpo economico per la città e per tutti gli operatori dell'indotto, dagli allestitori agli albergatori".