REGIONI APPROVANO LINEE GUIDA

Stagione sciistica a rischio per il Covid, la rabbia delle Regioni: "Conte ci ripensi, sarebbe un suicidio"

L'esecutivo sembra deciso a non far partire la stagione sciistica ma i governatori non ci stanno e sono pronti a riaprire gli impianti "in massima sicurezza". Il vice segretario Pd Andrea Orlando: "Richiesta irricevibile, deprimente demagogia"

E' scontro tra il governo e le Regioni per l'apertura degli impianti sciistici. Se da una parte l'esecutivo non intende far partire la stagione per evitare che i contagi da coronavirus aumentino, dall'altra i governatori sono pronti a riavviare gli impianti. "Una stagione senza sci sarebbe un suicidio", ha detto Luca Zaia, mentre dalla Lombardia si parla di scelta "scriteriata". Lapidario il vice segretario Pd Orlando. "Riapertura impianti irricevibile, deprimente demagogia".

Toti: "Danno irreversibile" "Sarebbe un danno irreversibile all'economia della montagna dei nostri territori", ha ribadito anche il vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti, dopo l'approvazione da parte dei presidenti delle linee guida sullo sci." La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - ha, infatti, annunciato il governatore della Liguria - ha approvato le linee guida per l'utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte di sciatori amatoriali. E` un documento che inviamo al governo come contributo propositivo per non compromettere la stagione sciistica e per non creare un danno irreversibile all'economia della montagna dei nostri territori".

Zaia: "Stagione senza sci sarebbe un suicidio" Tra i governatori in prima linea sulla questione c'è Luca Zaia (Veneto), che ha detto: "Una stagione senza sci sarebbe un suicidio, sul piano economico e social. Lo sci si pratica sulla cresta delle montagne ed è per questo che vorremo un coordinamento europeo perché pensare di vedere che da altre parti si scia mentre noi siamo chiusi è difficilmente giustificabile".

Cirio: "Torvare punto di equilibrio" Dello stesso avviso Alberto Cirio (Piemonte) che ha aggiunto: "Per lo sci invernale possiamo trovare un punto di equilibrio, come stanno facendo in altri Paesi. E' uno sport e lo si può praticare in sicurezza. Si potrebbe consentire l'attività sciistica, lasciando chiusi bar e ristoranti. E' una strada che dobbiamo percorrere insieme al governo". 

Lombardia: "Rischio fallimento economia di montagna" In polemica con il governo anche Davide Caparini e Massimo Sertori, rispettivamente assessore al Bilancio e alla Montagna della Lombardia, che chiedono al premier Conte di rivedere le scelte fatte perché "tenere chiusi gli impianti sciistici vuol dire fare fallire l'economia della montagna. E' una scelta scriteriata, incomprensibile da parte di un governo disorientato". Gli assessori lombardi hanno poi aggiunto che "mentre a Natale si andrà a sciare in Svizzera, in Austria e in Francia secondo il governo da questa parte delle Alpi dovrà essere tutto chiuso". 

Assessori Alpi: "Necessario trovare data comune" "E' necessario - si legge in una nota congiunta degli assessori con delega agli impianti di risalita delle Regioni alpine - darsi una data comune per l'avvio della stagione bianca, tenuto conto del quadro sanitario che andrà a delinearsi nelle prossime settimane". Gli assessori di Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Provincia di Trento, Provincia di Bolzano, Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno quindi sottolineato che "molte realtà imprenditoriali legate alla stagione bianca, tra cui scuole di sci, noleggi, aziende di trasporto, hotel e ospitalita' in genere, ecc., aspettano risposte per programmare la stagione invernale".

Maestri sci: "Stop impianti a Natale danno irreparabile" A lanciare l'allarme è anche il presidente del Collegio nazionale dei maestri di Sci, Giuseppe Cuc: "Sarebbe un danno enorme, irreparabile, se il governo confermasse le notizie circolate in queste ore, sulla possibilità di non aprire gli impianti da sci per le festività natalizie - ha spiegato -. Molte famiglie vivono solo ed esclusivamente con il reddito percepito nei cinque-sei mesi invernali di attività. Una falsa partenza come quella annunciata, sarebbe drammatica per la categoria e per l'intero settore della montagna".

In Svizzera impianti aperti ma con nuove regole Intanto in Svizzera, le stazioni sciistiche sfuggono per ora alle misure di lotta al coronavirus. "Non vi è un divieto alla pratica dello sci. Ma i responsabili delle stazioni sciistiche devono sottoporre un concetto di protezione e spetta ai cantoni approvarlo, assicurarsi che sia valido e rispettato", ha spiegato il portavoce dell'Ufficio federale della Sanità pubblica, Daniel Dauwalder. Nella Confederazione, molte disposizioni per combattere la pandemia sono adottate a livello cantonale, ma fino ad oggi nessun cantone limita la pratica dello sci. Sulle piste e nei dintorni ci saranno però regole più severe.