DURANTE LA SECONDA ONDATA

Covid, 4 italiani su 5 vogliono un'Ue con più poteri contro la pandemia

La percezione positiva dell'Unione è aumentata di 11 punti rispetto alla primavera. Le priorità di spesa di Bruxelles dovrebbero essere la salute pubblica, l'economia, il lavoro, il welfare ma anche l'ambiente

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Il 78% degli italiani chiede maggiori competenze da parte dell'Ue per affrontare la seconda ondata della pandemia di coronavirus. E' quanto emerge da un sondaggio comunitario, secondo cui la percezione positiva dell'Unione è aumentata di 11 punti rispetto alla primavera. In generale i cittadini europei vogliono un bilancio Ue con mezzi sufficienti per affrontare la crisi e un'erogazione dei fondi legata al rispetto dello Stato di diritto.

Il terzo sondaggio comunitario Il Parlamento europeo ha pubblicato i risultati finali del suo terzo sondaggio di quest'anno in cui chiede ai cittadini europei il proprio punto di vista sulla crisi legata al coronavirus e sull'Unione europea. Anche se il 50% degli europei ritiene che l'incertezza sia ancora lo stato d'animo principale quando si parla dell'impatto economico della pandemia, oggi più persone hanno una visione positiva dell'Europa rispetto a primavera. Mentre aumenta il numero dei cittadini europei che si sentono incerti del proprio futuro, il 66% degli intervistati concorda sul fatto che l'Ue dovrebbe avere più competenze per affrontare la pandemia.

La salute pubblica e la ripresa economica dovrebbero essere le priorità In Italia il dato sale al 78%. Inoltre, la maggioranza degli intervistati (54%) pensa che l'Ue dovrebbe avere strumenti finanziari più forti per fronteggiare le conseguenze della crisi. In Italia è il 64% a chiedere una maggiore capacità finanziaria. In ogni caso, i cittadini europei sostengono che sia fondamentale che i fondi comunitari vadano solo agli Stati membri che abbiano un sistema giudiziario valido e rispettino i valori europei condivisi. Più di tre quarti degli intervistati (77%) è d'accordo sul fatto che l'Ue debba finanziare solo gli Stati che rispettano lo stato di diritto e i principi democratici. La salute pubblica dovrebbe essere la priorità di spesa, seguita dalla ripresa economica e da nuove opportunità per le imprese (42%), dal cambiamento climatico e dalla protezione dell'ambiente (37%) e dal lavoro e welfare (35%).

Italiani insoddisfatti per la mancanza di solidarietà tra Stati Ue La maggioranza degli intervistati rimane comunque insoddisfatta per via della mancanza di solidarietà tra gli Stati membri. Poco meno della metà degli intervistati (49%) dice di essere invece soddisfatto delle misure intraprese dai propri governi. Sui sentimenti provati in questa fase, gli intervistati sono sostanzialmente allineati al resto d'Europa, con una differenza più rilevante sulla 'speranza': il 46% degli italiani si sente speranzoso (UE: 37%). E' alta la consapevolezza degli italiani sulle misure messe in campo dall'Unione per il sostegno alla situazione creata dalla pandemia (sono conosciute dal 42% degli intervistati italiani, a fronte di una media UE al 30%). Infine l'81% vuole che i fondi siano legati al rispetto dello stato di diritto e dei principi democratici.

L'impatto sul reddito In tutta Europa, il 39% degli intervistati dice che la pandemia ha già avuto un impatto sul reddito personale. Un ulteriore 27% dice che si aspettano un impatto simile nel futuro. I giovani e le famiglie con figli sembrano essere i più colpiti dalla crisi: il 64% dei cittadini tra i 16 e i 34 anni ha subito qualche forma di difficoltà finanziaria, e il 27% degli intervistati con figli hanno attinto ai risparmi personali prima del previsto. In cinque Stati membri, più della metà degli intervistati dice che la pandemia ha già colpito il reddito personale: Cipro, Grecia, Spagna, Romania e Bulgaria. In Italia sono il 46%.