Francesca Petrei Castelli Verrigni, con un destino da imprenditrice già segnato, ha deciso di acquistare il pastificio di famiglia guidata dalla passione per un prodotto eccezionale e dall'amore per la sua magnifica terra, l'Abruzzo.
Buongiorno, Francesca. Da dove mi risponde per questa chiacchierata telefonica?
Mi trovo a Roseto degli Abruzzi, in una regione, l’Abruzzo appunto, davvero bellissima e che forse non è ancora stata valorizzata a sufficienza e che ha invece un potenziale turistico straordinario e imprese d’eccellenza.
Il Covid-19 ha condizionato pesantemente tutto il sistema economico; come è andata per il Pastificio Verrigni?
E’ stato pesante. Il nostro pastificio produce pasta di grandissimo pregio e per questo è molto dall’alta ristorazione italiana, settore che ovviamente ha patito molto nella prima ondata e continua a soffrire in questa seconda, ma anche il retail ha subito una importante flessione.
La vostra pasta è davvero unica: mi racconta meglio perché?
Abbiamo scelto di orientare la produzione secondo canoni di assoluta eccellenza, a partire dalla materia prima, grano 100% italiano, dalla metodica di lavorazione, che è rimasta sostanzialmente invariata in 120 anni dalla fondazione, ai lunghi tempi di essicazione, che viene effettuata tra i 40 e i 45 gradi. Infine, ultima ma non meno importante, siamo gli unici al mondo a fare la trafilatura in oro, che garantisce un rilascio di amido più generoso, consente una raccolta del sugo più importante ed una maggiore cremosità e aroma pur mantenendo allo stesso tempo una squisita croccantezza. Per tutte queste caratteristiche la nostra pasta è amatissima dagli chef, anche da quelli stellati. Aggiungo che siamo anche riusciti ad ottenere un formato di pasta quadrata, molto particolare e sicuramente distintivo del nostro brand.
L’e-commerce è una esperienza premiante dal suo punto di vista?
E’ sicuramente molto importante e in forte espansione, ma per quanto ci riguarda non è ancora sufficiente: i nostri migliori clienti restano comunque i ristoratori, soprattutto quelli di un certo livello. Il privato può arrivare a comprare anche dieci chili della nostra pasta, ma i volumi di un ristorante sono decisamente molto più elevati, nemmeno paragonabili.
Come è diventata imprenditrice?
Io provengo da una famiglia di imprenditori: i miei genitori hanno da sempre la terra, quella che produce il grano che utilizzo poi nel pastificio, e anche proprietà immobiliari. Fin da piccola il mio destino imprenditoriale era segnato, tanto che anche gli studi universitari sono stati orientati a questa professione. Dopo gli studi classici, ho studiato giurisprudenza a Roma e quando, dopo essermi laureata, sono tornata in Abruzzo ho incontrato di nuovo quello che sarebbe poi diventato mio marito, Gaetano Verrigni. Il nostro è stato un matrimonio felice per 17 anni, coronato dalla nascita di mia figlia. Dopo qualche anno che eravamo sposati, i miei suoceri decisero di vendere il pastificio e io, che nel frattempo mi ero appassionata all’attività, decisi di acquistarlo, dedicandomi totalmente a questa azienda.
Il passaggio di proprietà è stato complicato?
Assolutamente no. Si è trattato di un passaggio indolore, perché è avvenuto nel tempo e con eleganza, senza stress. Quando le cose avvengono tra le persone in maniera graduale e nei tempi giusti, così come nel privato anche nella professione non ci sono problemi. Questo è valso anche quando io e mio marito abbiamo deciso di lasciarci, qualche anno fa, rimanendo tuttavia amici e condividendo l’attività del pastificio.
Donna e imprenditrice, non è sempre facile.
Per quello che mi riguarda, è stato molto naturale. Io sono figlia unica e i miei genitori non hanno cercato un secondo figlio per avere il maschio. Del resto, la mia è sempre stata una famiglia quasi matriarcale, dove severità e rigore non sono comunque mai mancati. Anche io ho solo una figlia femmina, che all’anagrafe è Eugenia, ma che tutti chiamiamo Sandra, in ricordo di mia madre che purtroppo ci lasciò quando la bambina aveva solo due mesi. Devo comunque sottolineare che nelle scelte coraggiose ci vuole sempre coraggio, nel lavoro come nella vita privata.
A proposito di coraggio, so che lei non si è lasciata spaventare dal Covid-19.
Durante il primo lockdown, io sono venuta in ufficio tutti i giorni, non perché poi ve ne fosse una vera necessità, ma perché sentivo che fosse giusto farlo, visto che tutti i miei collaboratori e gli addetti del pastificio non hanno mai smesso di essere presenti. La nostra è una grande famiglia e il rapporto umano con i miei collaboratori è una straordinaria e grande esperienza.
A parte la produzione di pasta, cosa le piace fare?
Adoro viaggiare, sarei sempre con la valigia in mano. Vedere posti nuovi è fonte di grandissimo piacere ed è perfetto anche se viaggio per motivi di lavoro. Poi amo stare nella mia casa, occuparmi del giardino, stare con i miei cani, che adesso sono cinque, ma in passato ne ho avuti anche dodici. Mi piace molto cucinare anche se combatto con la bilancia da tutta la vita. Infine, non posso fare a meno di avere la casa piena di ospiti: sapere di essere una buona amica, avere la stima delle persone che sanno di poter contare sulla mia riservatezza e generosità nel momento del bisogno è per me una fonte di grande soddisfazione e a livello umano mi rende veramente felice.
Una frivolezza?
Sono maniaca delle scarpe, ne ho un numero quasi imbarazzante, e poi delle borse, un’altra grande passione. Mi piace fare acquisti online, i portali di moda sono perfetti per scatenarsi un po’.
Ultima domanda: la sua pasta è davvero così buona?
La Pasta Verrigni è una pasta che va assaggiata, non si può raccontare. E, mi creda, so di giocare sul sicuro!