Le terapie intensive in Italia sono sempre più sotto pressione: in 17 Regioni risulta infatti occupato da pazienti Covid il 42% dei posti in terapia intensiva, ben il 12% oltre la soglia critica (30%). Intanto il ministro Boccia convoca per giovedì in videoconferenza le Regioni per discutere i 21 parametri previsti per stabilire il "colore delle zone".
Il confronto vedrà proposte per la revisione sulla classificazione delle zone e misure variabili a seconda delle province, premiando quelle virtuose anche all'interno di Regioni rosse o arancioni e chiudendo in anticipo quelle più a rischio. E c'è anche chi decide di aumentare la stretta ora, per scongiurare le Feste in lockdown.
E' quindi partita la mediazione tra l'esecutivo e i governatori, che puntano a un graduale allentamento delle misure in vista del Natale: una data a ridosso della quale
potrebbe essere previsto un Dpcm ad hoc. Sono ancora tanti i punti interrogativi in vista del vertice, al quale parteciperanno anche l'Iss e il ministro della Salute. La linea del governo resta quella dell'ascolto, ma senza alcuna intenzione di modificare il sistema di monitoraggio.
Nessuna modifica per gli indicatori - Lo stesso Giuseppe Conte è tornato sui 21 indicatori che determinano la classificazione in zone rosse, arancioni o gialle, chiarendo: "Il sistema per parametri ci consente interventi mirati e di introdurre misure restrittive che siano limitate nel tempo e ben dosate sull'effettivo livello di rischio dei territori". I criteri non dovrebbero dunque subire modificazioni, così come avevano chiesto gli stessi governatori in una Conferenza delle Regioni, auspicando un incontro urgente con il governo.
Boccia: "Non bisogna politicizzare i parametri" - Il confronto ci sarà, ma è lo stesso Boccia a spiegare che "non bisogna politicizzare i parametri perché sarebbe un errore renderli discrezionali senza il conforto della comunità scientifica". La mano tesa dell'esecutivo potrebbe arrivare con un dialogo più aperto nella Cabina di regia per il monitoraggio dei dati che arrivano dai territori, a cui partecipano tutte le componenti, esperti compresi.
La questione dei consumi nelle Feste - Con il countdown in vista delle Feste natalizie, non si può escludere che il Dpcm in scadenza il 3 dicembre possa essere prolungato per qualche altra settimana. Poi, potrebbe avvicendarsi un nuovo decreto a ridosso del Natale. Tra le ipotesi, per non mortificare i consumi, ci sarebbe la possibilità di tenere i negozi aperti anche di sera tardi, per spalmare le entrate dei clienti e favorire comunque il commercio.
Zone rosse, bocciati e promossi - Nel frattempo sul tavolo, tra le iniziative lanciate dalle Regioni, c'è l'accelerazione dei tempi sulla revisione dell'assegnazione delle zone, in particolare per la promozione verso quelle meno restrittive (attualmente la forbice di tempo minimo è due settimane) e l'allentamento delle misure in quelle province dei territori della "zona rossa" che hanno però dati più confortanti. C'è anche chi va in senso opposto anticipando chiusure per non rischiare di restare tra i bocciati a Natale.
La posizione dei governatori - Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera al ministro Speranza per chiedere "l'adozione di un provvedimento che inserisca esclusivamente i territori delle province di Foggia e di Bat nella cosiddetta "zona rossa", in quanto caratterizzati da "uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto". Anche per il governatore lombardo, Attilio Fontana, "è meglio un po' di cautela all'inizio che dover poi rincorrere una ripartenza della corsa del virus. Anche perché dobbiamo fare il Natale e dobbiamo farlo con una certa libertà. Il nostro Rt è sceso in maniera sostanziale, tanto che in base ai numeri noi rientreremmo oggi in una zona arancione".