Jet Set Radio: pattini, graffiti e tanto J-Pop
Vent’anni fa i pattinatori graffitari di SEGA si scatenavano su Dreamcast dando vita ad un videogame unico e coloratissimo
Quasi vent'anni fa, il 24 novembre del 2000, quando SEGA ancora produceva console per videogiochi, uno dei titoli più particolari della casa del porcospino blu arrivò sul mercato europeo. Si tratta di Jet Set Radio (noto oltreoceano come Jet Grind Radio), gioco d’azione a base di pattini e graffiti. La trama ideata dal designer Masayoshi Kikuchi è decisamente surreale e vede la futuristica città di Tokyo-To, versione alternativa della capitale giapponese, sotto la morsa di una forza di polizia che opprime gli abitanti.
Ad opporsi e a mandare un messaggio di speranza c’è il gruppo dei GGs, abili graffitari che si spostano abilmente in città usando dei pattini a sospensione magnetica. Controllando i membri di questa gang di ribelli dobbiamo colorare i vari quartieri di Tokyo-To, coprendo i muri graffiti cercando al tempo stesso di non farci catturare dalle forze di polizia.
Al di là dei temi rivoluzionari e dell’ambientazione molto particolare nel suo stile parodistico, Jet Set Radio è in effetti un gioco di pattinaggio con un sistema di controllo molto versatile: è possibile correre ovunque nei vasti livelli, scorrere su ringhiere, bordi e cavi, nonché compiere numerose acrobazie. Il cuore dell’azione è comunque cercare di raggiungere i punti del livello da ricoprire di graffiti e, tramite dei comandi in stile rhythm game, applicare le nostre opere sui muri, curandoci di raccogliere le lattine di vernice per evitare di rimanere a secco.
In quanto gioco non-violento, Jet Set Radio non ci fornisce mezzi difensivi contro le forze di polizia che ci braccano: fuga e qualche spintone, oltre che a spruzzate di colore sono tutto quello che abbiamo a disposizione per fuggire. Di tanto in tanto nel gioco dobbiamo anche scontrarci con gang di graffitari rivali, in livelli che sono vere e proprie corse contro il tempo per il predominio (artistico) dei quartieri. Il tutto costantemente accompagnato da una colonna sonora davvero notevole, ricca di pezzi J-Pop, funk, hip-hop e altro ancora.
A chiudere il quadro di un gioco curatissimo e molto particolare troviamo la direzione artistica di Ryuta Ueda e un ottimo uso della tecnica del cel-shading - ancora decisamente inusuale nel 2000 - che dona a Jet Set Radio uno stile da cartone animato.
Il gioco ebbe un ottimo successo di critica e vendette discretamente bene: a seguito dell’uscita di SEGA dal mercato hardware fu anche convertito su Game Boy Advance, PC e smartphone mentre nel 2002 arrivò Jet Set Radio Future, seguito ufficiale sviluppato appositamente come titolo di lancio della neonata Xbox di Microsoft: più veloce e tecnicamente avanzato del primo Jet Set Radio, questo seguito presenta aree più vaste e maggiormente interattive, nonché un sistema di controllo semplificato che rende l’azione ulteriormente dinamica.
Peccato che il gioco non sia stato successivamente convertito per altre piattaforme e soprattutto che la serie non abbia mai ricevuto un seguito: in un mercato come quello odierno così affamato di giochi “open world” un terzo Jet Set Radio con aree ancora più grandi ci sarebbe stato proprio bene.
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