LA VICENDA SCOPERTA DA CARABINIERI

Imperia, la doppia vita di una "prof a luci rosse": due "complici" ai domiciliari

La donna, una 56enne che si spacciava per 45enne, riceveva su appuntamento, tramite annunci online, clienti che, a loro volta, rischiano una denuncia per violazione del lockdown

© Italy Photo Press

I carabinieri di Alassio (Savona) hanno portato alla luce la doppia vita di un'insegnante 56enne. La donna, con il falso nome di Elena, si spacciava per una 45enne e tramite annunci hot pubblicati su un sito web di incontri per adulti, riceveva clienti  ad Andora e Imperia. In questa "attività" era affiancata da tre uomini; due sono stati arrestati e sono ai domiciliari e uno è stato denunciato. La denuncia la rischiano anche i clienti della donna che, per recarsi agli incontri, hanno violato il lockdown e prodotto false autocertificazioni. 

Un giro d'affari da 8mila euro al mese - Negli annunci online compariva un numero di telefono e un falso indirizzo a San Bartolomeo a mare; falso perché gli incontri, in realtà, avvenivano ad Andora e Imperia. Secondo il suo avvocato, la donna non sarebbe stata costretta a prostituirsi. Il giro d'affari messo in piedi la portava a guadagnare tra i 100 e i 200 euro a incontro e pare fosse affiancata da una collega, ora trasferita in un'altra provincia. In tutto, la "seconda attività" fruttava all'insegnante, che girava per Imperia su una lussuosa Jaguar, circa 8mila euro al mese.

Sequestrati conti e carte di credito - I carabinieri hanno sequestrato quattro conti correnti e varie carte di credito. Hanno inoltre scoperto che l'attività della donna era sostenuta dall'aiuto di tre complici: due di loro sono ai domiciliari e verranno interrogati dal giudice per le indagini preliminari Francesco Meloni che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare. 

Clienti a rischio denuncia - A rischiare ora sono anche i clienti, una settantina in tutto, della prof: proprietari d'azienda e professionisti vari, infatti, si recavano agli appuntamenti violando il lockdown e producendo false autocertificazioni per giustificare gli incontri clandestini.